Borgo a Mozzano e il ponte del diavolo

Borgo a Mozzano e il ponte del diavolo

In Toscana a circa 20 chilometri da Lucca si trova Borgo a Mozzano, una piccola frazione attraversata dal fiume Serchio. È protetta dal monte Bargiglio, sulla cui cima si trovano i resti di una torre di segnalazione soprannominata l’Occhio di Lucca. Perché controllava tutto il circondario, da Castiglione Garfagnana, Bagni di Lucca, Brancoli e Lucca. Tuttavia questo luogo è famoso per la presenza del Ponte della Maddalena, conosciuto come Ponte del Diavolo, simbolo di tutta la Lucchesia.

La leggenda del ponte di Borgo a Mozzano

Lungo oltre 90 metri, quest’opera presenta una classica struttura a schiena d’asino le cui arcate asimmetriche la rendono unica al mondo. L’arco maggiore raggiunge infatti un’altezza che supera i 18 metri. Un capolavoro d’ingegneria talmente perfetto che la tradizione folkloristica di Borgo a Mozzano tramanda la sua costruzione ad opera di Satana in persona. La leggenda più nota è quella in cui si narra che l’edificazione si rivelò fin dall’inizio difficile, tanto che il capomastro si disperò. Gli apparve il diavolo proponendo il patto di terminare il lavoro in una notte in cambio dell’anima di colui che attraversava il ponte per primo. L’uomo accettò ma colto da rimorsi chiese aiuto ad un prete ed insieme escogitarono un inganno. Ossia far attraversare il ponte ad un cane, il maligno resosi conto della beffa si gettò dal ponte nel fiume Serchio.

Borgo a Mozzano

La vera storia

In realtà quello noto come Ponte del Diavolo è un’ingegnosa opera medievale voluta probabilmente dalla contessa Matilde di Canossa nel XI secolo. Più tardi il condottiero lucchese Castruccio Castracani, vissuto tra il 1200 e il 1300, lo fa restaurare. Mentre nel XIV secolo lo scrittore Giovanni Sercambi lo inserisce in una delle sue novelle ispirate al Decameron di Boccaccio. Dobbiamo però spettare il 1500 per sentirlo chiamare Ponte della Maddalena, un nome probabilmente ispirato ad un oratorio che si trovava ai piedi della struttura. Nel 1836 il ponte subisce gravi danni per una piena e a inizio Novecento, per far posto alla ferrovia, fu aperto un nuovo arco. Il risultato è una struttura talmente particolare, come la sua storia, che ancora oggi è uno degli itinerari più conosciuti della provincia di Lucca.