“C’è ancora domani” film dell’anno

“C’è ancora domani” film dell’anno

ROMA – “C’è ancora domani”, primo film di Paola Cortellesi da regista, è senza dubbio la pellicola dell’anno, risultando tra l’altro uno dei 10 film italiani più visti di sempre, visto il suo alto incasso. Nelle sale dal 26 ottobre, “C’è ancora domani” è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, società del gruppo Sky, con la distribuzione della stessa Vision Distribution. “In balìa di un marito padrone e di un suocero canaglia, prigioniera del focolare, paladina del cortile, Delia ha come unica aspirazione il matrimonio imminente della sua primogenita, figlia prediletta e suo unico grande amore, per la quale nutre speranze di una vita agiata e serena. Sembra una delle trame – sempre un po’ sinistre – di molte fiabe per bambine e invece è storia, piuttosto consueta, di una famiglia italiana qualunque, nella seconda metà degli anni ’40”, ha raccontato Cortellesi.

“Uno schiaffone in pieno viso e via, come se niente fosse. Avevo in mente quest’immagine e il desiderio di mettere in scena, attraverso Delia, le donne che ho immaginato dai racconti delle mie nonne; vicende drammatiche, narrate con la volontà di sorriderne, storie di vite dure, condivise con tutti nel cortile. Gioie e miserie, tutto in piazza, tutto insieme sempre. In quei racconti c’erano le donne comuni, quelle che non hanno fatto la storia, che hanno accettato una vita di prevaricazioni perché così era stabilito, senza porsi domande. Questo è stato. Questo, a volte, è ancora”, aggiunge.

“C’è ancora domani” film dell’anno

E ancora: “Leggendo con mia figlia un libro per bambine sulla storia dei diritti delle donne, ho trovato il riscatto di Delia, il finale di questo racconto, costruito passo dopo passo insieme ai miei inseparabili compagni di viaggio Furio e Giulia, che per primi mi hanno compresa, incoraggiata, stimolata. E si sono fidati di me. Questo mio primo film è stato possibile grazie alla fiducia. Quella di Mario e Lorenzo che, incauti, tempo fa mi dissero: «Quando ti sentirai pronta per il tuo debutto alla regia, lo faremo insieme» e che non hanno battuto ciglio quando anni dopo ho proposto loro di produrre uno spericolato film d’epoca in bianco e nero”, afferma la neo regista.

“Ho avuto la fiducia di Valerio, che ha deciso di mettere il suo infinito talento al servizio di questa storia e ha accettato di interpretare questo individuo infame dopo il mio primo racconto al bar; di Emanuela, che con la sua eccezionale capacità di alternare lieve e grave e una dedizione meticolosa, mi ha aiutata ad approfondire ogni singola sfumatura; di Giorgio Colangeli, in scena con la gentilezza e la forza prorompente dei grandi maestri; di Vinicio, che alla domanda: «L’hai letto?», mi ha risposto: «No Pa’, l’ho proprio visto». La grazia e le grandi doti interpretative di Romana Maggiora Vergano hanno consentito di rendere amabile una ragazza tanto dura e di mettere in scena l’inquietudine e la fragilità del personaggio di Marcella, motore e meta del viaggio di Delia”, conclude Cortellesi.