Crisi di Governo: a breve consultazioni al Quirinale

Crisi di Governo: a breve consultazioni al Quirinale

POLITICA: Alle ore 17:00, presso il Quirinale, cominceranno le consultazioni per cercare di far fronte alla crisi di Governo culminata con le dimissioni del Premier Giuseppe Conte. I colloqui Istituzionali, che si svolgono sotto la regia del Presidente del Senato, Elisabetta Casellati e del Presidente della Camera, Roberto Fico, sono la premessa alle giornate di domani e del 29 gennaio, dove il Capo dello Stato Mattarella, avrà la possibilità di capire le intenzioni dei partiti.

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Roma 27 gennaio– Il clima di tensione che si vive in questi giorni al Governo, ha toccato il vertice all’incirca 48 ore fa quando, Giuseppe Conte, nonostante la fiducia, ha dato le sue dimissioni. In realtà da parecchie ore circolavano voci non fondate su una possibile “manovra” dell’ormai ex premier sulla possibilità di racimolare ulteriori voti. Tutto in concomitanza con l’andamento delle ripetute contestazioni sul suo operato da presidente del Consiglio. In data 18 gennaio, infatti, l’avvocato pugliese, aveva ottenuto 343 si e 263 no dalla Camera; e poi 156 si contro i 140 no al Senato.

Tuttavia, chi lo vedeva già sul carro dei vincitori, non aveva fatto i conti con Italia Viva e il suo fondatore, Matteo Renzi che oggi, secondo numerosi tabloid, è l’origine e causa principale della caduta del Governo.

Era comunque inevitabile che, a seguito dei suoi ripetuti attacchi, ottenesse approvazioni; senza poi tener conto che possiede circa il 2% dei consensi: nella fattispecie 17 Senatori e 30 deputati.

Crisi di Governo: Elezioni anticipate o Conte-Ter?

Insomma: i numeri non ci sono e secondo voci indiscrete, lo stesso Conte sarebbe sfiduciato di fronte al tanto atteso Conte-ter. La maggioranza, a dirlo con parole povere c’era, ma essendo appena sufficiente non ha retto le diverse critiche che contestavano su più fronti. In primis mancava un coinvolgimento strutturale e coscienzioso, ma soprattutto mancava il beneplacito sui punti cardine del progetto di Conte. Dal MES al Recovery Plan. Dai dubbi sulla manovra economica, al RDC, il tutto si è risolto in una bolla di sapone, con l’inevitabile conseguenza che Conte venisse indotto alle dimissioni.

Eppure qualcosa non torna. Ieri, 26 gennaio, è stata ufficializzata la fine del secondo mandato del Governo Conte. Oggi, l’ex Premier doveva recarsi dal Presidente Sergio Mattarella per confermare la sua decisione. Ma l’incontro, pare non sia avvenuto. Cos’è successo? si parla di mosse strategiche, di “riciclaggio di voti”; qualcuno sottolinea uno “spacchettamento” di ministeri per moltiplicare posti, a cui fanno capolino sondaggi privati. La verità è che in questo cambio di rotta, si sta tentando, come sempre, il tutto per tutto.

Ciò nonostante, tirando le fila del discorso, le uniche mosse attuabili secondo le diverse correnti di pensiero sono due: Elezioni Anticipate, come richiede a gran voce il centrodestra; oppure il Conte-ter, appoggiato da PD e M5s; che però, irrimediabilmente vedrà la ridistribuzione di poltrone ministeriali. Insomma, chi è rimasto nell’ombra fino ad oggi, emergerà alla luce del sole.

Che l’avvocato pugliese, con una mossa astuta, abbia temporeggiato per rilanciare la sua candidatura era cosa prevedibile. Per poter procedere, infatti, non bastavano i voti risicati dalle votazioni del 18 gennaio; era necessario assicurare al Capo dello Stato una maggioranza corposa e ben salda.

Il gruppo degli Europeisti

Quest’oggi, durante le consultazioni al Quirinale, i Presidenti di Senato e Camera inizieranno a decidere il da farsi, se chiudere definitivamente il contezioso con Renzi – che da 2 sembra aver chiesto ben 3 Ministeri – o se arginare questa diatriba diversamente, con l’annuncio di un nuovo gruppo emergente, EUROPEISTI MAIE CENTRO DEMOCRATICO che appoggerà Conte e che, proprio oggi, si è costituito a Palazzo Madama.

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