Facebook modifica l’algoritmo per mostrare news affidabili

Facebook modifica l’algoritmo per mostrare news affidabili

WASHINGTON – Facebook modifica l’algoritmo per mostrare news affidabili. Proprio così. Nei giorni successivi alle elezioni presidenziali Usa, il social network ha infatti cambiato il proprio algoritmo. L’obiettivo? Favorire la visibilità delle notizie prodotte da fonti più autorevoli e contrastare la disinformazione. Lo riferisce il New York Times, secondo cui il cambiamento ha portato nel News Feed degli utenti una maggiore presenza di notizie provenienti da testate come Cnn, Npr e lo stesso New York Times, riducendo al contempo la presenza di fonti “iper-partigiane””.

Non solo. Di fronte alle fake news elettorali che stavano diventando virali, Facebook avrebbe deciso di dare più peso – nell’algoritmo che decide cosa mostrare – al “news ecosystem quality“. Interessante. Si tratta di un punteggio segreto assegnato agli organi di informazione e basato sulla qualità del loro giornalismo. Saggia decisione.

Facebook modifica l’algoritmo per mostrare news affidabili

“Normalmente questo punteggio gioca un ruolo minore nel determinare cosa viene mostrato agli utenti, ma alcuni giorni dopo le elezioni Mark Zuckerberg ha acconsentito ad aumentare il peso che l’algoritmo di Facebook attribuisce al punteggio, per assicurarsi che notizie autorevoli apparissero in modo più evidente”, scrive il quotidiano citando tre fonti interne. E c’è dell’altro.

Già un mese fa, con l’avvicinarsi delle Presidenziali Usa, Facebook aveva annunciato che dopo il 3 novembre, a urne chiuse, avrebbe vietato le inserzioni pubblicitarie che mirino a delegittimare il risultato elettorale, ad esempio adducendo brogli. Dopo aver comunicato il divieto per gli spot con dichiarazioni premature di vittoria, Rob Leathern, direttore della gestione prodotto di Facebook, aveva annunciato che non si sarebbero “ammesse inserzioni con contenuti che cercano di delegittimare il risultato elettorale”. E non è tutto. Tra gli esempi di contenuti vietati, chi usa episodi isolati di brogli per delegittimare il risultato. O anche chi sostiene che un metodo di voto – ad esempio quello via posta – è “intrinsecamente fraudolento o corrotto”.