Interazione interstellare individuata da Hubble

Interazione interstellare individuata da Hubble

Interazione interstellare individuata da Hubble. La vita di una nebulosa planetaria è spesso caotica. Dalla morte della sua stella madre, alla dispersione del suo contenuto nello spazio. Catturata con il telescopio spaziale della NASA/ESA, ESO 455-10, mostra una la nebulosa planetaria di riferimento, situata nella costellazione dello Scorpione.

I gusci ellittici di ESO 455-10, precedentemente tenuti insieme come strati della sua stella centrale, non solo danno a questa nebulosa planetaria il suo aspetto unico, ma offrono anche informazioni sulla nebulosa. Visto in un campo di stelle, il distinto arco asimmetrico di materia che si estende sul lato nord della nebulosa è un chiaro segno delle interazioni tra ESO 455-10 e il mezzo interstellare.

Il mezzo interstellare è il materiale simile al gas diffuso tra i sistemi stellari e le galassie. La stella al centro di ESO 455-10 permette a Hubble di vedere l’interazione con il gas e la polvere della nebulosa, il mezzo interstellare circostante e la luce della stella stessa. Si pensa che le nebulose planetarie siano cruciali nell’arricchimento galattico in quanto distribuiscono i loro elementi, in particolare gli elementi metallici più pesanti prodotti all’interno di una stella, nel mezzo interstellare che col tempo formerà la prossima generazione di stelle.

Interazione interstellare individuata da Hubble: sulla nebulosa planetaria

Una nebulosa planetaria è una nebulosa ad emissione; che consiste in un nucleo incandescente di gas e plasma formato da alcuni tipi di stelle che si spengono.

Il nome ha avuto origine nel XVIII°secolo, quando nelle prime osservazioni, si attribuì una somiglianza ai pianeti giganti.

Lo studio, veniva fatto attraverso piccoli telescopi ottici, dove s’intuì che non erano collegati ai pianeti del sistema solare. Sono un fenomeno di vita relativamente breve, che dura poche decine di migliaia di anni; rispetto alla tipica vita stellare di diversi miliardi di anni.

Alla fine della vita della stella, nella fase di gigante rossa, gli strati esterni della stella vengono espulsi tramite pulsazioni e forti venti stellari. Senza questi strati opachi, il nucleo rimanente della stella brilla intensamente ed è estremamente caldo. La radiazione ultravioletta emessa da questo nucleo ionizza gli strati esterni espulsi della stella che si irradiano come una nebulosa planetaria.

Le nebulose planetarie sono oggetti importanti in astronomia perché giocano un ruolo cruciale nell’evoluzione chimica della galassia, restituendo al mezzo interstellare materiale che si è arricchito di elementi pesanti e altri prodotti della nucleosintesi (come carbonio, azoto, ossigeno e calcio). In altre galassie, le nebulose planetarie possono essere gli unici oggetti abbastanza osservabili da fornire informazioni utili sulle abbondanze chimiche.

Negli ultimi anni, le immagini del telescopio spaziale Hubble hanno rivelato che molte nebulose planetarie hanno morfologie estremamente complesse e varie. Circa un quinto è approssimativamente sferico, ma la maggiora parte non è sfericamente simmetrica. I meccanismi che producono una così grande varietà di forme e caratteristiche non sono ancora ben compresi. Tuttavia le stelle centrali binarie, i venti stellari e i campi magnetici potrebbero tutti giocare un ruolo.