Harry Houdini: i misteri del mago della fuga

Harry Houdini: i misteri del mago della fuga

Per oltre 30 anni ha sbalordito il suo pubblico con illusioni, prodezze e acrobazie degne di un super eroe. Nel suo tempo Harry Houdini è una delle due persone più popolari sulla Terra, l’altra è la star del cinema Charlie Chaplin. Perciò quando muore nel 1926 lascia tutti stupefatti per l’ultima volta. Subito dopo si alza un polverone di sospetti sulle reali circostanze del decesso, tuttavia fino ad oggi nessuna delle ipotesi formulate è certa.

Origini del mito Harry Houdini

Il suo vero nome era Erik Weisz, nato in Ungheria nel 1874, la sua famiglia emigrò nel Wisconsin quando Harry aveva solo quattro anni. Crescendo rimase affascinato dalla magia e dai maghi, imparò il più possibile sui trucchi famosi e sugli uomini che li avevano sviluppati. Uno di questi è il francese Jean-Eugene Robert-Houdin, (aggiungi una I e hai Houdini), ecco l’inizio di una leggenda. Il maestro dell’escapologia in grado di liberarsi dalle camicie di forza, ed evadere da gabbie, nel 1912 inventò così il suo numero più famoso. Infatti la cella della tortura cinese dell’acqua è stata senza dubbio una delle sue più magistrali invenzioni, una trappola di vetro e acciaio piena di acqua. Un numero che lasciò le platee di tutto il mondo con il fiato sospeso finché non riemerse sano e salvo. Ciononostante, dopo decenni di onorata carriera e, soprattutto di innumerevoli fughe, morì all’improvviso.

Harry Houdini
Harry Houdini

Beffato dalla morte

Una settimana prima, fu ricoverato in ospedale a causa di un’appendicite. Tuttavia, rifiutò di farsi operare subito, per tornare sul palcoscenico. Sembrò, a questo punto, che il decesso per peritonite – avvenuto il 31 ottobre 1926 – la notte di Halloween – ebbe la meglio; ma una strana serie di eventi, iniziò a palesarsi già da diverse settimane prima, precisamente dall’11 ottobre 1926. Mentre era incatenato, durante un’esibizione ad Albany, New York, il prestigiatore fu colpito alla gamba dal un pezzo di un’apparecchiatura difettosa.

Continuò il resto dello spettacolo, ma in seguito si scoprì che aveva riportato una frattura alla caviglia sinistra. Contro gli ordini dei medici, continuò il suo tour a Montreal, dove tenne una conferenza alla McGill University. Pochi giorni dopo, il 22 ottobre, invitò alcuni studenti a fargli visita nel suo camerino al Princess Theatre. Qui lo studente J. Gordon Whitehead, convinto che gli addominali di Houdini fossero di acciaio, sferrò senza preavviso una serie di pugni.

Un complotto

Potrebbero essere stati questi colpi, ad aver causato la sua morte? Nella loro biografia – La vita segreta di Houdini (2006) – gli autori William Kalush e Larry Sloman sostengono che la morte del mago fu pianificata. Ma da chi? Forse da parte dei membri della comunità spiritista, il cui modus operandi, per eliminare i propri nemici, era quello di avvelenarli. Houdini, aveva definito gli spiritisti “ciarlatani”. Non era difficile credere che la comunità gli fosse totalmente avversa. Comunque, sul corpo dell’illusionista, non venne effettuata nessuna autopsia, per confutare la reale causa del decesso; dunque, anche l’ipotesi per avvelenamento resta solo una delle tante.

Le conclusioni

Nel libro L’uomo che ha ucciso Houdini (2005), l’autore Don Bell sostiene una teoria secondo cui Whitehead (lo studente) era in combutta proprio con gli spiritisti. L’ultimo fatto ambiguo che si racconta, venne dallo stesso mago che, poco tempo prima di morire, con riferimento alla lotta al paranormale, promise alla moglie Bess che, dopo la sua dipartita, le avrebbe dettato un codice che solo loro conoscevano e che avrebbe cercato di comunicare con lei dall’oltre tomba. Grazie alle parole in codice, (prese da una lettera dell’amico Arthur Conan Doyle), la donna avrebbe avuto la certezza che si trattasse di lui. Wilhelmina Beatrice, alias “Bess” Houdini, decise di fare una seduta spiritica ogni anno, questo fino al 1936. Ma mai nulla, per quanto ovvio, si evinse da tali espedienti. Evidentemente, Houdini, aveva voluto, con tale escamotage, chiarire il suo punto fermo sul paranormale e sugli spiritisti che aveva definito “trafficanti dell’immortalità”.

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