I ragni e le prede: tutto sta nella tensione della tela

I ragni e le prede: tutto sta nella tensione della tela

Entomologia. L’antica lotta tra i ragni e le prede, ha incuriosito alcuni studiosi tanto da portarli ad esaminare l’aracnide più da vicino. In un primo impatto, lo studio avanzato da una coppia di ricercatori dell’Università di Trento potrebbe sembrare un po’ scontato. Eppure quanto si evince dalla loro analisi è sorprendente.

I Ragni, (tecnicamente araneidi) appartengono alla famiglia degli Aracnidi e, a loro volta, sono suddivisi, in 120 famiglie che comprendono ben 48.349 specie. Sono artropodi terrestri provvisti di cheliceri e hanno il corpo suddiviso in due segmenti, cefalotorace e opistosoma, e otto zampe.

Gli scienziati, hanno scoperto che alcuni ragni usano la loro tela in pre-tensione per sollevare la vittima da terra. Nel loro articolo pubblicato su Journal of the Royal Society Interface,  Nicola Pugno e Gabriele Greco descrivono l’esperimento eseguito su due specie di ragni: Steatoda paykulliana e Steatoda triangulosa.

Ricerche precedenti hanno dimostrato che tanti tipi di ragni sono in grado di catturare prede molto più grandi di loro – in alcuni casi, 50 volte maggiori. Ma in che modo lo fanno ancora non è chiaro. In questo nuovo lavoro, i ricercatori hanno condotto esperimenti in cui hanno filmato i ragni in apposite scatole, per scoprire i loro segreti.

I ragni e le prede: lo studio

I contenitori erano abbastanza grandi da permettere ai ragni di usarli come supporto per la costruzione della ragnatela. A ciascuno dei ragni negli esperimenti è stato dato il tempo di costruire la trappola con il proprio materiale viscoso; poi i ricercatori hanno messo una grande varietà di scarafaggi sudamericani nella scatola dove, ben presto, si sono impigliati nella parte inferiore della tela del ragno. E da lì è iniziata l’azione.

I ricercatori hanno scoperto che i ragni hanno ripetutamente tessuto un lungo tratto di filo, allungandolo leggermente per poi attaccarlo a un’estremità del corpo dello scarafaggio; e di conseguenza fissandola nella parte superiore della tela. Per fare ciò, il ragno usa il proprio peso corporeo col fine di allungare la ragnatela come un elastico.

Emerge che non appena il ragno riesce a fissare più fili al corpo della blatta, questa è sollevata interamente dal pavimento; la tela così annodata, rende impossibile la fuga. Il carnefice ha poi legato immobilizzato lo scarafaggio e gli ha iniettato il veleno aspettando che morisse per poter consumare il suo pasto.

Osservando più da vicino l’aracnide mentre fa il suo lavoro, gli scienziati scoprono come questi piccolissimi predatori tirano i fili “di seta” coordinando alla giusta tensione.

La coppia di autori, infine, rileva che questa è la prima volta che i ragni sono osservati mentre catturano prede molto più grandi; e lo dimostra anche nel modo in cui questi insetti usano le ragnatele per superare i limiti imposti dai loro corpi relativamente piccoli e leggeri.

Leggi anche: Il battito delle ali di farfalla spiega il mistero del volo.