Insegnante decapitato: Francia di nuovo minacciata

Insegnante decapitato: Francia di nuovo minacciata

FRANCIA. Insegnante decapitato: si tratta di Terrorismo o solo il gesto di un fanatico?

Insegnante decapitato

Sono le 17:00 circa del 16 ottobre. Ci troviamo nei pressi del College du Bois d’Aulne, nella città di Conflans-Sainte-Honorine, a circa 30 km a nord-ovest del centro di Parigi.

Un uomo, Samuel Paty, resta decapitato da un 18 enne di origini cecene. La polizia, giunta sul posto si trova davanti una scena raccapricciante. L’uomo brandisce ancora il coltello con il quale ha compiuto il gesto efferato.

La pattuglia intima il fermo. Ma l’individuo non mostra segni di resa. Anzi, grida minacciando con l’arma da taglio gli agenti. Poi, per pronta risposta fugge inseguito dalla polizia, ma questi lo freddano con 10 colpi d’arma da fuoco.

Le fonti, in un primo momento, parlano di un uomo che ha sparato alla polizia con un fucile ad aria compressa prima di essere ucciso.

Ma presto una rettifica, chiarisce che si tratta di un giovane rifugiato di origine Russa di soli 18 anni. Un giovane che “doveva” fare giustizia al grido di Allah Akbar.

Qualche istante prima, il ceceno riesce a pubblicare su Twitter le immagini della vittima – Samuel Paty, 47 anni – rivendicando il gesto jihadista:

Twitt:da Abdullah, servitore di Allah, a Macron, dirigente degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell’inferno che ha osato offendere Maometto. Calma i suoi simili prima che non vi venga inflitto un duro castigo”.

Insegnante decapitato: più di 9 persone in stato di fermo

Seguono 9 arresti. Le indagini vertono su un possibile legame con l’estremismo islamico.

Tra i sospettati c’è un uomo imparentato con un membro dell’Isis, una donna, sorellastra (zia). Purtroppo, ancora una volta la Francia paga lo scotto per non aver ceduto alla minaccia jihadista. Una fatale presa che grava prepotentemente sulla Nazione.

Nella giornata di oggi, sono stati segnalati nuovi arresti. Altri 4 membri tutti parenti dell’assassino. Si parla dei genitori e del fratello del killer; e poi di due genitori di altri studenti, un uomo e una donna, che avevano avuto un’accesa discussione con l’insegnante sulle caricature di Maometto mostrate in classe.

Uno di loro era il padre di un’allieva che, aveva pubblicato un video su Youtube in cui invitava a agire contro l’uomo; e un amico che era con lui quando si recò dal preside per esprimere il suo disappunto.

La “sorellastra del padre che ha pubblicato il video su Youtube”, ha specificato Ricard, “ha fatto giuramento di fedeltà all’Isis ed è partita per la Siria. È oggetto di mandato di cattura”.

Un’omicidio efferato dietro un attacco jihadista

Samuel Paty, è un insegnante di Storia e Geografia del liceo locale del Bois d’Aulne, uno spirito libero. Molto amato da studenti e colleghi. Ma la sua libertà a qualcuno non piace.

Abdoulakh A, già con piccoli reati a suo carico, lo aspetta fuori dall’edificio. Poco prima, chiede ad alcuni studenti di identificare l’uomo. Così almeno hanno dichiarato i funzionari dell’antiterrorismo. Lo segue all’uscita di scuola. In un attimo è davanti a Paty. Lo aggredisce, lo picchia violentemente e lo decapita per aver mostrato ai suoi alunni delle caricature di Maometto.

Il presidente Emmanuel Macron ha detto, in merito all’insegnante decapitato, che l’attacco aveva tutte le caratteristiche di un “attacco terroristico islamista” e che l’insegnante era stato assassinato perché “insegnava la libertà di espressione”. “Al signor Paty sarà reso un tributo nazionale”.

I dettagli dell’omicidio e delle indagini sono stati forniti dal procuratore della Repubblica antiterrorismo Jean-François Ricard.

Egli ha chiamato il sospetto Abdoulakh A. – un giovane di 18 anni, nato a Mosca di origine cecena. Arrivato in Francia con lo status di rifugiato da piccolo; un individuo fin’ora sconosciuto alla polizia antiterrorismo.

Viveva nella città normanna di Évreux, a circa 100 km dalla scena del delitto. E non aveva alcun legame apparente con l’insegnante o con la scuola. Un sicario dunque?.

Ricard, conferma la dinamica dei fatti. L’aggressore gli ha inferto ferite multiple alla testa con l’arma da taglio. Poi il macabro gesto. L’arma, ha una lama di 30 cm di lunghezza.

I testimoni raccontano di aver sentito l’aggressore gridare “Allahu Akbar“, o “Dio è il più grande“.

E l’indagine?

L’uomo ha poi postato le foto della vittima su un account Twitter, insieme agli insulti al signor Macron e ai francesi “infedeli” e “cani“.

Quando la polizia si è avvicinata a lui, ha reagito violentemente  e ciò ha portato gli uomini della volante a reagire.

Il signor Ricard ha detto che il signor Paty è stato oggetto di minacce da quando ha mostrato le vignette del Profeta Maometto durante una lezione sulla libertà di parola, in relazione al caso Charlie Hebdo.

La rivista satirica francese è stata oggetto di un attacco mortale nel 2015, dopo la pubblicazione delle vignette. Attualmente è in corso un processo su quell’attacco.

Paty, aveva  consigliato agli studenti musulmani di “distogliere lo sguardo” se pensavano di potersi offendere.

Un genitore di uno degli alunni ha reagito con rabbia all’incidente, accusando il professore di mostrare le foto del Profeta Maometto nudo.

Il padre dello studente, ha poi presentato una denuncia formale e ha prodotto dei video che dimostrano la rabbia per le azioni del signor Paty, invitando la gente ad andare a protestare nella scuola.

“L’uomo, ora, è uno dei detenuti”, ha detto Ricard, aggiungendo che la sorellastra di quest’uomo si era unita all’organizzazione dello Stato islamico in Siria nel 2014.

Una delle altre persone arrestate era nota alla polizia antiterrorismo, ha detto, con altri legami indagati. E almeno quattro degli arrestati sono parenti dell’aggressore.

Il signor Ricard ha detto che questo è il secondo attacco dall’inizio del processo Charlie Hebdo. Un uomo ha attaccato e ferito due persone al di fuori dei vecchi uffici della rivista.

Insegnante decapitato: Come sta reagendo la Francia?

Il procuratore, ha poi aggiunto che c’era “un livello estremamente alto di minaccia terroristica in corso sul suolo francese“.

Si dice che gli studenti siano sconvolti dalla brutale uccisione di un insegnante benvoluto. Un padre ha scritto su Twitter che sua figlia “è a pezzi, terrorizzata dalla violenza di un tale atto. Come le spiegherò l’impensabile?”.

Uno degli ex allievi del signor Paty, Martial, 16 anni, ha detto che il professore amava molto il suo lavoro: “Voleva davvero insegnarci delle cose …

Je suis Samuel

La presidenza francese ha detto che si sarebbe tenuto un tributo nazionale per il signor Paty, e l’hashtag #JeSuisSamuel (io sono Samuel) ha iniziato a fare tendenza sui social media. Facendo eco all’appello di solidarietà #JeSuisCharlie dopo l’attacco a Charlie Hebdo.

Sul posto, ore dopo l’incidente, il presidente Macron ha sottolineato l’unità nazionale. “Non prevarranno, non ci divideranno“, dichiara.

Charlie Hebdo ha twittato venerdì: “L’intolleranza ha appena raggiunto una nuova soglia e sembra non fermarsi davanti a nulla per imporre il terrore nel nostro Paese“.

Il ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer, che sabato ha incontrato i leader dei sindacati insegnanti, ha detto in una dichiarazione registrata che Paty è stato ucciso dai “nemici della libertà” e che la Francia “non si tirerà mai indietro di fronte al terrore, all’intimidazione”.

Anche i leader musulmani in Francia hanno condannato l’attacco. “Una civiltà non uccide un innocente, la barbarie sì”, ha detto Tareq Oubrou, imam di una moschea di Bordeaux, a France Inter.

L’Assemblea dei ceceni in Europa, con sede a Strasburgo, ha detto in una dichiarazione: “Come tutti i francesi, la nostra comunità è inorridita da questo incidente”.