SEATTLE – La figlia Frances Bean lo ha ricordato in occasione dei 30 anni dalla sua morte dedicandogli parole molto belle, dense di sentimento e cariche di commozione. In questi giorni tante persone stanno ricordando Kurt Cobain a 30 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 5 aprile 1994. La celebre rivista musicale Rolling Stone intervistò il leader dei Nirvana tre mesi prima che decidesse di togliersi la vita. All’epoca Frances Bean aveva soltanto un anno, e Kurt ne era innamoratissimo. «Sulle riviste leggo ancora certe descrizioni di rockstar, tipo “Sting, l’ambientalista” o “Kurt Cobain, il piagnone, rompicazzo, nevrotico, stronzo che odia tutto: dallo stardom alla sua vita”. E invece non sono mai stato così felice. I concerti sono andati benissimo, a parte stasera. Sono molto più felice di quanto pensi la gente», aveva dichiarato Cobain a Rolling Stone.
Kurt Cobain, la morte e l’ultima intervista
Nell’intervista, Kurt aveva parlato anche di quello che è sicuramente il suo manifesto, ossia “Smells like teen spirit”: «Pensavo che avrei scritto il pezzo pop definitivo. Di base cercavo di scopiazzare i Pixies, devo ammetterlo (ride). Quando li ho ascoltati per la prima volta, li sentivo così vicini che avrei potuto far parte io della band. O almeno di una tribute band. Abbiamo usato il loro tipo di movimento, passare da suoni dolci e delicati a suoni aspri e violenti. Teen Spirit ha un riff banalissimo, tipo i Boston o Louie, Louie. Quando ho fatto sentire la parte di chitarra, Krist mi ha detto: «Ma è ridicola». Però li ho costretti a suonarla per un’ora e mezza».
La musica di Kurt Cobain coniugava grunge e sensibilità emotiva in un mix unico. Le sue liriche trasmettono ancora oggi un senso di disillusione, alienazione e disagio interiore, riflettendo le tensioni della sua vita e della società circostante. Cobain ha saputo catturare un’energia cruda e autentica, trasformando il dolore in arte. Il suo impatto sulla cultura musicale degli anni ’90 è immenso, influenzando generazioni di artisti con la sua poetica onesta e visceralmente espressiva. E’ praticamente impossibile dimenticarlo, ma anzi è più che mai doveroso, oggi, conservare accesa la fiammella della sua memoria.