La sindrome dell’impostore: una nuova sfida

La sindrome dell’impostore: una nuova sfida

Che cos’è la sindrome dell’impostore? Quello che agli occhi di molti potrebbe sembrare uno “scherzo”, è in realtà un disturbo piuttosto comune. Gli specialisti lo definiscono con questo termine informale, poiché descrive una condizione psicologica persistente che interessa quelle persone di talento e capacità, che fanno fatica ad accettare i propri meriti. Nella fattispecie, indica uno stato d’animo che in alcuni casi può arrivare a compromettere anche la qualità della vita di chi ne è affetto.

Pur non essendo un disturbo psicologico classificato nel manuale diagnostico dei disturbi, ne è affetto circa il 70-80% della popolazione. Il termine, fu coniato nel 1978 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes per descrivere una condizione psicologica molto diffusa fra le persone di successo.

Tuttavia, la sindrome dell’impostore rappresenta una sfida importante per la salute mentale di molti, soprattutto nell’istruzione universitaria. È spesso associata a depressione, ansia, bassa autostima e autosabotaggio, cui si annoverano altri aspetti da considerare.

Secondo una nuova ricerca – condotta dal Sidney Kimmel Medical College e dalla Thomas Jefferson University – attraverso i neo studenti di medicina, sono state evidenziate caratteristiche della sindrome dell’impostore; infatti, è stato scoperto che ne soffriva fino all’87% di una classe; in base ai test è emerso che la stessa riportava un grado alto o molto alto di questo disturbo.

La sindrome dell’impostore: ne soffre un’alta percentuale di studenti di medicina

Il disagio e le esigenze di salute mentale sono questioni critiche tra gli studenti di medicina“; dice Susan Rosenthal, MD, autore principale dello studio pubblicato sulla rivista Family Medicine. “Questo documento identifica quanto sia comune la sindrome dell’impostore; e i tratti di personalità più associati ad essa, il che ci dà una strada per affrontarla”.

Gli studenti di medicina a livello nazionale riportano tassi allarmanti di depressione, ansia e burnout (o sindrome da stress). Identificare e intervenire per sostenere il benessere psicologico in questi studenti è una sfida continua, soprattutto tra gli studenti di medicina del primo anno.

La dottoressa Rosenthal e i suoi colleghi hanno esaminato la sindrome dell’impostore, che è definita con sentimenti di inappropriata inadeguatezza tra gli studenti di alto livello, utilizzando uno strumento di indagine convalidato chiamato Clance Imposter Phenomenon (IP) Scale.

Dei 257 studenti che hanno completato il sondaggio, l’87% di essi ha riportato alti livelli di sindrome dell’impostore. Infatti, avevano maggiori probabilità di mostrare un grado ancora maggiore di questo disturbo, alla fine del loro primo anno.

Obiettivo: migliorare i sentimenti di imposterismo

Hanno anche scoperto che i punteggi più alti di IP degli studenti, erano associati a punteggi più bassi per l’autocompassione, la socievolezza, l’autostima e punteggi più alti su nevroticismo/ansia. Pertanto, un alto punteggio CIP tra gli studenti in entrata, può essere un indicatore del rischio futuro di sperimentare disagio psicologico durante la scuola di medicina.

La sindrome dell’impostore è un concetto di personalità malleabile; ed è quindi sensibile all’intervento“. Afferma la dott.ssa Rosenthal, che è anche decano associato del college medico per gli affari degli studenti. “Il feedback di supporto e l’apprendimento collaborativo, il mentoring da parte della facoltà; il supporto accademico, la consulenza individuale e le discussioni di gruppo con i coetanei sono tutti utili. Per molti studenti, il primo passo importante nell’affrontare e migliorare la sindrome dell’impostore è normalizzare questa percezione di sé distorta e disadattiva attraverso sessioni individuali con la facoltà e discussioni in piccoli gruppi con i pari”.

È interessante notare che gli studenti di questo studio, del corso del 2020 del college di medicina, sono stati esposti al tradizionale curriculum della scuola di medicina. L’anno successivo, la Jefferson ha introdotto un innovativo programma di studi, chiamato JeffMD. La dott.ssa Rosenthal e colleghi intendono confrontare i tassi di sindrome dell’impostore negli studenti esposti al nuovo curriculum.

Questo programma, enfatizza l’apprendimento collaborativo con un tutor di facoltà e un piccolo gruppo di studenti. I ricercatori sperano e testeranno se questo cambiamento nell’ambiente di apprendimento può migliorare i sentimenti di imposterismo.