L’intelligenza artificiale in Italia vale 240 milioni di euro

L’intelligenza artificiale in Italia vale 240 milioni di euro

MILANO – L’intelligenza artificiale in Italia vale 240 milioni di euro. Già molto diffusa nell’ambito dell’industria manifatturiera, nelle utility, nel settore bancario e in quello finanziario ed assicurativo, nel 2020 l’IA si è affermata anche in ambito medico ed infrastrutturale. Un’ottima notizia. Decisamente.

Facendo riferimento a quanto ha potuto rilevare il Politecnico di Milano, Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks, startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme multilivello, sottolinea:

«A piccoli passi, in Italia l’IA si fa strada. Nel 2019 il mercato —tra software, hardware e servizi— ha raggiunto un valore di 200 milioni di euro. Valori ancora non elevatissimi, considerando che negli Stati Uniti il mercato supererà i 2,2 miliardi di dollari entro il 2025. Ma che lasciano ben sperare».

L’intelligenza artificiale in Italia vale 240 milioni di euro

Non solo. L’IA può fare la differenza per combattere il Coronavirus attraverso modelli predittivi che possono essere utilizzati per evidenziare in anticipo determinati fenomeni e valutare meglio le priorità nel triage e nella terapia intensiva.

«Con i dati storici epidemiologici – spiega Niccolò De Carlo – l’IA è già oggi in grado di sviluppare modelli previsionali della diffusione del virus. Ma anche di valutare – attraverso tecniche di inferenza causale – l’impatto delle azioni di contenimento. Proprio noi di Sensoworks siamo in grado di sviluppare modelli previsionali per identificare a livello infrastrutturale aree di rischio elevato. E per pianificare relativi interventi per prevenire un evento infrastrutturale prima che accada».

Insomma, se fino al 2019 l’impiego dell’Intelligenza Artificiale è stato appannaggio delle grandi industrie manifatturiere e del settore finanziario dove gli algoritmi si occupano di prevenire frodi bancarie attraverso il monitoraggio dei cambiamenti nelle abitudini di acquisto dei cittadini che potrebbero segnalare un potenziale problema, oggi il potere del dato – interpretato dai sistemi di intelligenza artificiale – riguarda anche la salute e la sicurezza delle infrastrutture. Molto bene. Il futuro è roseo, quindi.