Musica ed emozioni umane: crescita introspettiva

Musica ed emozioni umane: crescita introspettiva

Musica ed emozioni umane: l’aspetto a ritroso dei benefici che una melodia può avere sulle persone e sulla pressione emotiva.

Diciamocelo: molti di noi non possono vivere senza la musica. Ascoltare, ballare cantare insomma: la musica è la primordiale musa ispiratrice dell’uomo. Un paradigma istituzionale che va ad implementare un enorme potere comunicativo.

Ma che relazione c’è tra una sinfonia e le relazioni umane? E soprattutto in che modo quest’ultima può influenzare lo stato emotivo di una persona?

Sono tanti gli aspetti che coordinano le azioni cognitive tra uomo e melodia. Interconnessioni sinaptiche capaci di stimolare il buonumore o di renderci malinconici o tristi. Tutte emozioni che nel bene o nel male influenzano la parte più profonda dell’individuo.

Sono anni che diversi ricercatori affrontano il rema delle relazioni sociali interconnesse al mondo dell’arte dei suoni. Addirittura secondo uno studio – di diversi mesi fa – la stessa è in grado apportare una ricompensa biochimica emotiva.

Musica ed emozioni umane l’uomo e la logica

In sostanza la musica si è legata vigorosamente all’uomo e ad alcuni fattori che sono considerati oggi, anche un forte fenomeno culturale.

Tuttavia  la logica umana, porta l’uomo a pensare che una musica triste conduca ad altra tristezza. Mentre di conseguenza, un componimento allegro trasporti verso  il proprio benessere. In realtà non è proprio vero.

Una delle teorie sulla quale la ragione umana sbaglia è che, ascoltare una canzone allegra e piacevole quando si è in uno stato d’animo di afflizione, o semplicemente quando siamo giù di morale, sia la soluzione più giusta.

Invece, secondo la scienza attuale è proprio l’opposto.

Nei momenti di grande sconforto – nei momenti “NO” – quelli in cui sembra che tutto ci stia crollando addosso, si tende più o meno inconsapevolmente a scegliere una musica ancor più triste e deprimente. E’ un caso? Non esattamente.

Tutto questo, per quanto possa sembrare strano ha un suo perché.

In base ad uno studio condotto tempo fa dall’Università britannica di Durham, è stato dimostrato da un gruppo di ricercatori come, analizzando gli effetti dell’ascolto della musica malinconica, su alcuni gruppi di volontari, la melodia ha prodotto sensazioni positive.

Nella fattispecie, la sensazione provata nell’ascoltare una musica triste, è per la mente, molto più piacevole.

Causa ed effetto

Osservando gli effetti della musica sulle persone, è emerso che il forte senso di commozione che si prova nel fascino che ammalia questo genere, spesso scaturisce quelle che sono considerate sensazioni liberatorie; come se lo struggersi e l’esaurirsi compenetrante della stessa melodia ne compensi uno stato di grazia e di rilassamento.

Quindi lo stato d’animo che si dispiega da una canzone triste, induce al pianto.

Altrimenti detto: “il pianto liberatorio” che potrebbe portare, come detto, ad una sorta di ricompensa biochimica.

La musica, che da sempre accompagna le civiltà, procede sempre a pari passo con la cultura. Tra i propri gusti e, gli stili di ogni epoca resta sempre l’oggetto consolatorio che trasforma le note in echi di un’armonia esistenziale.

Leggi anche: Covid-19: AMORE IN CRISI? aiuto di 67 psicologi