Oltre la metà degli italiani è sempre sui social

Oltre la metà degli italiani è sempre sui social

“National Day of Unplugging”: Oltre la metà degli italiani – Il 53% – non riesce a disconnettersi e guarda notifiche di email e social media non appena si sveglia.

      • Durante la pandemia, il 75% degli utenti del Bel Paese trascorre più tempo utilizzando dispositivi tech;
      • Oltre la metà degli italiani (57%) porta anche a tavola il cellulare, prevalentemente donne tra i 25 e i 38 anni;
      • Per più di 1 utente tricolore su 2 (65%), essere meno connessi, gioverebbe alla propria quotidianità;
      • La quasi totalità (87%) degli intervistati sarebbe disposto a provare a sconnettersi per un giorno intero.

Milano, 24 febbraio 2021 –  In occasione del “National Day of Unplugging” (5-6 marzo 2021), iniziativa che invita gli utenti digitali a prendere una pausa di ventiquattro ore da smartphone, tablet e computer, al fine di sensibilizzarli a un uso più consapevole degli strumenti tecnologici, MioDottore – piattaforma specializzata nella prenotazione online di visite mediche e parte del gruppo DocPlanner – ha condotto un’indagine tra gli italiani volta a esplorare come la pandemia abbia influito non solo sul loro stile di vita, ma anche sul loro approccio nei confronti della tecnologia e la loro propensione a mettersi in modalità offline, evidenziando difficoltà e benefici del disconnettersi.

Inoltre, per commentare le evidenze emerse e stilare 5 regole d’oro per supportare gli utenti, MioDottore ha coinvolto uno dei suoi esperti, il dottor Andrea-René Angeramo, psicologo e psicoterapeuta, che ha aderito al progetto di video consulenza online attivato dalla piattaforma.

Oltre la metà degli italiani non può fare a meno di guardare notifiche di email e social media: risulta il primo gesto al risveglio

La difficile situazione sanitaria ha influito sulla routine quotidiana di un numero considerevole di utenti tricolore; soprattutto per quanto riguarda la quantità di tempo che trascorrono connessi ai dispositivi tech. Lo conferma il 75% degli intervistati. In particolare, oltre la metà degli italiani (53%) è online almeno 8 ore al giorno per lavoro; tra questi il 39% – una volta terminata la to do list lavorativa – rimane collegato anche nel proprio tempo libero.

Oltre ai motivi di lavoro e studio, cosa tiene però connessi gli italiani a smartphone, pc e tablet? Quasi uno su due impiega questi strumenti per mantenere i contatti con le persone care (42%); il 31% per leggere e tenersi informati. Fare shopping da casa (25%), guardare film e serie TV (21%); curiosare tra app e giochi online (19%). Praticare sport all’interno delle proprie mura domestiche (7%).

Sembra dunque che difficilmente gli utenti dello Stivale riescano a separarsi dai loro strumenti tecnologici. Basti pensare che il 53% degli italiani controlla le notifiche di email e social media come prima cosa al mattino appena sveglio; e sempre la stessa percentuale di intervistati, compie il medesimo rituale anche a fine giornata, prima di coricarsi.

Infine il 57% dei rispondenti non toglie lo sguardo dal proprio cellulare, neppure a tavola; sia quando pranza a casa (24%) sia quando mangia fuori (15%). Sono soprattutto donne tra i 25 e i 38 anni ad avere questa abitudine. Infine, quasi la totalità degli italiani (92%) non si allontana dal proprio smartphone nemmeno quando dorme; e preferisce posizionarlo accanto a sé, sul comodino.

Per oltre 1 italiano su 2 (65%) essere meno connessi gioverebbe alla propria quotidianità

Sebbene l’essere connessi sia sempre più importante, soprattutto in un momento come quello attuale, più della metà degli italiani (65%) ritiene che la propria routine giornaliera trarrebbe importanti benefici se si riuscisse a trascorrere meno tempo senza smartphone, pc e tablet. Infatti, secondo gli intervistati i rischi che si possono corre sono molteplici: dal non accorgersi nemmeno del tempo che passa (per il 54%), al sentirsi alienati (19%) o isolati (8%).

Riuscire a trascorrere più tempo offline sembra dunque un desiderio di molti; e un’opzione che consentirebbe di migliorare alcune sfere della propria vita privata. Tra le attività prioritarie a cui dedicarsi, spiccano quelle focalizzate al miglioramento del proprio benessere psico-fisico. Come il passare più tempo all’aria aperta (42%), praticare sport (40%); leggere (21%) e prendersi più cura di sé stessi (19%). In secondo piano invece gli incontri con gli amici (18%) e il dedicare maggior tempo ai familiari (15%).

E se si chiedesse agli italiani di restare offline per un’intera giornata?

La quasi totalità degli intervistati (87%) sarebbe disposto a sconnettersi per ventiquattro ore consecutive; molti ritengono di poterci riuscire senza problemi (66%). Mentre altri pensano sarebbe faticoso (21%). Inoltre, quasi un quinto dei rispondenti (17%) si dice disponibile a pianificare periodicamente intere giornate digital detox; ne sono convinte soprattutto le donne (70% contro il 30% degli uomini).

Qualora non sempre agenda e impegni possano consentire periodi off, secondo gli italiani esistono degli accorgimenti pratici che possono comunque limitare il loro tempo online. Nello specifico, oltre la metà dei rispondenti (60%) pensa che sforzarsi di accantonare i device quando si è in compagnia sia un ottimo punto di partenza e che sarebbe ideale tralasciare gli strumenti tecnologici quando le attività non prevedono necessariamente il loro supporto, come leggere o giocare (35%), un’altra alternativa possibile è quella di spegnere i device una volta terminato di lavorare o studiare (25%).

Tra le azioni pratiche considerate più efficaci emergono anche il disattivare le notifiche di email e social media (14%), tener monitorato il tempo trascorso online sullo smartphone (14%), spostare la TV dalla camera da letto (6%) e pensare di allestire una stanza della propria abitazione come area digital free, dove gli strumenti tech non sono ammessi (4%).

Il dottor Andrea-René Angeramo, psicologo e psicoterapeuta di MioDottore, commenta:

“Le evidenze emerse invitano a leggere l’attuale comportamento degli utenti come una ridefinizione del proprio quotidiano attraverso i device digitali; dove si trovano molteplici stimoli disponibili e frammentati. Che forniscono agli individui sistemi di ricompensa a facile accesso. Si è sviluppata come una sorta di addiction sotto soglia, celata da condivise coloriture di normalità, nonostante la quale la coscienza intravede che alcune soluzioni di cambiamento sono ancora possibili”.

Lo specialista prosegue: “Quando si è iper-connessi, soprattutto sui social media, che influiscono direttamente e indirettamente sui circuiti neurali deputati alla ricompensa attraverso immagini e like, si sviluppa una tendenza immediata a input dopaminergici: dopamina a basso sforzo. La conseguenza è un’inibizione verso stimoli a livello fisico, emotivo e intellettivo, e un incremento al disinteresse e demotivazione.”

Le 5 regole d’oro dell’esperto per aiutare gli utenti a disconnettersi:

  1. Staccarsi dagli strumenti tecnologici a partire dalle ore 20:00 e non collegarsi mai prima che siano trascorse almeno tre ore dal risveglio, così da preservare il ritmo circadiano, quello sonno-veglia, e la qualità del riposo.
  2. Costruire un programma giornaliero, anche con schedule programmate, per gestire la quantità di tempo offline. Stilare l’agenda sulla base di questa priorità e discutere dei risultati con una persona cara.
  3. Riscoprire la sensorialità: olfatto, vista, gusto, mangiare lentamente. In questo modo si rompe il meccanismo da gratificazione artificiale e ci si sposta su quello più ancestrale.
  4. Seguire un corso di mindfulness (MBSR) basato sulla riduzione dello stress: una rivoluzione di consapevolezza attraverso pratiche di meditazione rivolte al presente e alla percezione del corpo anche in assenza di stimoli, per spezzare le modalità tipiche ansiose, combattendo la tendenza al giudizio, all’anticipazione e alla ricerca della stimolazione.
  5. Aumentare la qualità e la quantità di relazioni: requisito fondamentale per sviluppare una difesa efficace verso l’iperconnessione e l’impulsività.

Per avere consigli su come trovare il giusto equilibrio tra vita online e offline e fare in modo che l’utilizzo della tecnologia e i vantaggi che fornisce, in una situazione particolare come quella attuale, non si trasformi in un eccesso, MioDottore mette a disposizione degli utenti la funzionalità di consulenza online, con circa 7.000 esperti disponibili. Nato per far fronte alle esigenze sorte con il primo lockdown, il progetto consente di incontrare via video gli specialisti della piattaforma, sia che si tratti di un primo colloquio o di appuntamenti di consueto monitoraggio del proprio benessere.


Su MioDottore 

MioDottore.it fa parte del Gruppo DocPlanner ed è la piattaforma leader nel mondo della sanità privata con un sistema di prenotazione digitale automatizzato, unendo le funzioni di marketplace, software e CRM. Mette in contatto i pazienti con gli specialisti ed è pensata per rendere l’esperienza sanitaria più umana. MioDottore.it offre ai pazienti uno spazio dove trovare e recensire lo specialista più adatto alle proprie esigenze e allo stesso tempo fornisce ai professionisti sanitari e ai centri medici utili strumenti per gestire il flusso di pazienti, migliorare l’efficienza e la propria presenza online e acquisire nuovi pazienti.

Il Gruppo DocPlanner attualmente serve 35 milioni di pazienti e gestisce 3 milioni di prenotazioni ogni mese. Conta oltre 2 milioni di professionisti e circa 4 milioni di recensioni sui suoi siti in 12 paesi. L’azienda, fondata nel 2012 in Polonia, ad oggi si avvale di un team di 1.300 persone con sedi a Varsavia, Barcellona, Istanbul. Roma, Città del Messico, Curitiba e Bologna. Arrivato in Italia nel novembre 2015, ha già registrato numeri record con oltre 200.000 dottori disponibili sulla piattaforma.

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 (Oltre la metà degli italiani è sempre sui social)