Città sommerse: il reiterato mito di Altlantide

Città sommerse: il reiterato mito di Altlantide

Città sommerse. Gli esseri umani hanno bisogno di acqua per sopravvivere. Quindi, da sempre, l’accesso a questa preziosa risorsa naturale è stato un fattore importante nel decidere dove costruire le abitazioni nel corso della storia.

Edificare vicino a fiumi, laghi e sorgenti ha dato ai primi coloni l’accesso all’acqua pulita per uso domestico e agricolo, e la disponibilità di pesce, ha reso all’uomo, una fonte di cibo affidabile. Viaggiare in barca è diventato anche un modo semplice per navigare più velocemente sulla terra, permettendo alla nostra specie di migrare verso nuove aree.
Con la diffusione dell’uomo attraverso i continenti e il boom delle popolazioni, il commercio tra le civiltà divenne più frequente. Gli insediamenti costieri permisero a navi più grandi di andare e venire, aumentando il commercio e stimolando l’economia locale, con molte altre città portuali costruite per accedere a beni e ricchezze rare.

Tuttavia, il lungomare non è sempre un posto sicuro per stabilirsi. Con poca protezione dalle inondazioni, i disastri naturali come i terremoti e gli tsunami. Il maltempo e il cambiamento del livello del mare possono distruggere in un giorno, ciò che la gente ha impiegato centinaia di anni a costruire. L’acqua può reclamare terra, edifici e vite umane. Questo è ciò che è accaduto a diverse civiltà che, come il mito di Atlantide, in un attimo sono andate perdute per sempre e ora sono sommerse negli abissi.

Città sommerse

Città Sommerse: 5 luoghi dove il tempo si è fermato

Port Royal, Giamaica – Data di affondamento: 7 giugno 1692.
Il paradiso caraibico dei pirati di Port Royal era conosciuto come “la città più malvagia della Terra”. Prima che un devastante terremoto e lo tsunami che ne seguì, spinse due terzi della città sotto le onde imponenti. L’intensa scossa, ha dissolto la sabbia al di sotto dei circa 2.000 edifici in mattoni, che sono stati spostati e che, stando alle antiche fonti, sembravano fluire verso il mare. Dei 6.500 abitanti stimati all’epoca, si pensa che circa 2.000 siano morti a seguito del sisma e tsunami. Altri 3.000 morirono per ferite e malattie nel periodo successivo. (Fonte UNESCO).

Thonis-Heracleion, Egitto – Data di affondamento: VI- VII secolo.

Situata a nord-ovest di Alessandria sul delta del Nilo, Thonis-Heracleion era un popolare porto commerciale prima che le scosse indebolissero la terra e la trascinassero sotto la superficie. L’area vanta un tesoro di manufatti, inestimabile e ancora da scoprire. Tuttavia, una gigantesca statua di 6 tonnellate del dio del Nilo Hapi è uno dei ritrovamenti più significativi delle rovine.

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Baia, Italia – Data di affondamento: 16° secolo

Baia era una un tempo, una città termale romana. La pressione sotterranea nella regione, fece sì che la terra si alzasse e si abbassasse prepotentemente, e così, gran parte della sua storia antica, oggi si trova sotto il livello del mare. Degni di nota sono i resti subacquei della Villa dei Pisoni e il Ninfeo sommerso con statue dell’imperatore Claudio. Inoltre, vi sono anche statue di diversi personaggi romani famosi, che hanno visitato la città turistica nel suo periodo d’oro; tra questi Giulio Cesare, gli imperatori Adriano e Settimio Severo, i generali Gneo Pompeo Magno (Pompeo il Grande) e Gaio Mario e il politico Lucio Licinio Lucullo.

Atlit Yam, Israele – Data di affondamento: 6300 a.C.

Questo villaggio neolitico si trova da 8 a 12 m sotto il Mar Mediterraneo. Rimasto nascosto per oltre 8.000 anni, fu scoperto dall’archeologo marino Ehud Galili mentre esaminava campioni di sabbia, alla ricerca di relitti di navi (1984). Ora è considerato uno dei più antichi insediamenti sommersi mai rinvenuti. Scavi accurati hanno rivelato case rettangolari con focolari e i resti di un pozzo di pietra a secco. Uno dei ritrovamenti più interessanti, è stata una struttura megalitica – simile a Stonehenge – costruita intorno a una sorgente, composta da sette enormi pietre che pesano circa 600 chilogrammi ciascuna; sono stati riportati alla luce anche siti di sepoltura e resti umani. Uno studio suggerisce che “forse” uno tsunami è probabilmente la causa che ha portato all’abbandono dell’insediamento.

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Città del Leone, (Lion City) Cina – Data di affondamento: 1959.

Questa valle nella provincia cinese di Zhejiang è stata allagata di proposito, come parte del progetto della diga del fiume Xin’an per generare energia idroelettrica per la regione, creando il lago Qiandao. Situata a circa 25 – 40 metri sotto la superficie di questo lago artificiale si trova un’antica città, congelata nel tempo.

Si ritiene che abbia circa 1.400 anni – anche se alcuni credono che diverse strutture siano ancora più antiche – l’agglomerato urbano, un tempo si trovava alla base della montagna Wu Shi (Cinque Leoni), che ora è anche parzialmente sommersa. Spesso chiamata l’Atlantide d’Oriente, la città è stata riscoperta nel 2001 durante un’escursione subacquea ed è una reliquia ben conservata del suo tempo, con molte intricate sculture di draghi, fenici e leoni che sopravvivono in tutto il loro splendore su archi di legno. Templi, pagode e altre strutture rimangono intatte grazie alla purezza dell’acqua, dando agli archeologi una finestra sul design architettonico della Cina antica. Città sommerse

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