Il fascismo e le arti nell’Italia anni Trenta

Il fascismo e le arti nell’Italia anni Trenta

Dal 1930 e per tutta la decade che segue, la storia è caratterizzata da profondi elementi di continuità con il decennio precedente. Soprattutto per quanto riguarda le pratiche culturali e artistiche e l’indice di gradimento per il fascismo, che è ben saldo anche all’estero.

La politica delle arti e il fascismo

Assistiamo in questo periodo ad una fase di sforzo dello Stato per sostenere le moderne arti visive, attraverso l’organizzazione di esposizioni, contributi finanziari e premi. A rinforzare questa politica vengono emanate una serie di leggi che regolamentano il sistema espositivo e, la cultura, è al primo piano come propaganda fascista. I protagonisti sono di notevole livello, Filippo Tommaso Marinetti, Mario Sironi, Giuseppe Ungaretti e Leo Longanesi, una squadra che pochi partiti politici del Novecento vantano. Sono soprattutto i Futuristi a sostenere il fascismo e creare il mito Mussolini, la cui immagine viene sottoposta ad una eccezionale trasfigurazione. Lo scopo principale è, infatti, quello di creare una vera e propria icona del potere, onnipresente nella società e nell’immaginario popolare. Non a caso la sua effigie è il ricordo visivo più forte del Fascismo. Basti citare, ad esempio, i busti dell’artista Adolfo Wildt, che imperversano nelle mostre internazionali da Parigi a Berlino. Il Fascismo

L’architettura

Il progetto cardine di ogni cosa è quello di modificare, ricostruire o costruire secondo i piani del Duce. Cioè pietrificare in strade, monumenti, edifici, piazze di antiche città italiane secondo il modello di una nuova città imperiale. In particolare alla costruzione della nuova Roma, contribuiscono i più grandi architetti del tempo: Enrico el Debbio, Luigi Moretti, Marcello Piacentini e Luigi Moretti. L’intervento più importante è senza ombra di dubbio il Foro Mussolini, realizzato tra il 1928 e il 1937 alle pendici di Monte Mario. Comprendeva lo stadio dei marmi con dieci ordini di gradini per accogliere quasi diecimila spettatori. Il tutto coronato da 60 statue alte 4 metri ognuna. Altro elemento simbolo di questo modello architettonico è il Palazzo della Civiltà Italiana, soprannominato Colosseo Quadrato progettato per l’Esposizione Universale di Roma. Tuttavia la mostra non ebbe mai luogo a causa del ritardo dei lavori di costruzione.

Il Fascismo

L’aereo ed il mito di nuove conquiste

Il dinamismo, la modernità, la velocità, la sfida rappresentata dai nuovi strumenti a disposizione dell’uomo, ad esempio l’aereo affascinano i potenti. Sono gli anni delle trasvolate di Lindberg, che per primo collega senza scalo la East-coast americana con il Vecchio continente. Sono effettuati raid aerei verso terre remote come il Giappone e l’Australia, a bordo di idrovolanti pilotati da uomini assetati di avventura. Lo stesso Duce ne è sedotto, tanto che decide di prendere lezioni di pilotaggio tra il 1920-1921, senza però conseguire il brevetto. Per quando riguarda l’arte abbiamo una declinazione pittorica del Futurismo come denuncia il nel Manifesto dell’Aeropittura futurista, pubblicato nel 1931. Quello che si sviluppa è un vero e proprio culto del volo: come dimenticare le famose trasvolate oceaniche di Balbo? Appartengono veramente al mito delle cose volute da Mussolini, interpretate da uno dei suoi collaboratori più importanti in un periodo storico spesso osteggiato ma assolutamente da riconoscere.


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