Il violino nero: la morte arriva a passo di musica

Il violino nero: la morte arriva a passo di musica

Da decenni tentiamo di scoprire il segreto del suono degli strumenti di Antonio Stradivari e della loro capacità di resistere all’usura del tempo. Mentre ci sono storie ad esso legate che resistono altrettanto inossidabili agli anni, è il caso del violino nero, protagonista di una oscura leggenda.

Jean-Marie Leclair ed il violino nero

Siamo abituati a vedere i giardini nella musica classica come il tempo in cui sbocciano personalità pronte a lasciare una eredità di armoniosi suoni. Tuttavia dietro la soavità melodiosa si celano labirinti musicali con risvolti fatali, come la vicenda che accade al musicista Jean-Marie Leclair.

Uno dei più grandi virtuosi dell’archetto del XVIII secolo ha una folgorante carriera all’epoca, ma soprattutto possiede uno strumento eccezionale: un violino Stradivari. Comincia la sua carriera come primo ballerino al Teatro dell’opera di Torino, ma è a Parigi che si guadagna il favore di pubblico e critica. S

e nonché il declino comincia nel 1746 con la sua prima e unica opera lirica, Scilla e Glauco, che non ebbe il successo sperato. Dopo questo momento la trama della vicenda diventa cupa, amareggiato sentimentalmente e professionalmente, l’uomo si ritira a vivere da solo. Più precisamente nel Quartier du Temple, una zona pericolosa e malfamata di Parigi.

Il violino nero

Assolo mortale per coltello

Misantropo ed ipocondriaco comincia a chiudersi gradualmente e rigetta ogni visita, addirittura si fa passare i viveri con una carrucola. Il rifiuto della società che lo disgustava lo porta a sviluppare un rapporto ossessivo con l’unico oggetto capace di consolarlo: il violino.

All’età di 67 anni Leclair è ucciso nella sua abitazione, pugnalato brutalmente alle spalle da un sicario tuttora ignoto. Eppure negli ultimi istanti di vita il musicista raccoglie tutte le sue forze per trascinarsi verso il suo prezioso strumento. Infatti il cadavere è trovato mentre ancora tiene tra le mani il violino, due mesi dopo l’omicidio.

Come un macabro dettaglio, decomponendosi la sua mano lascia sul legno una impronta nera e indelebile, visibile ancora oggi. Attualmente è di proprietà del violinista Guido Rimonda che continua a suonarlo. La musica, classica, moderna o contemporanea costruisce miti e misteri irrisolti che costellano la nostra storia.

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