Malattie incredibili ancora oggetto di discussione

Malattie incredibili ancora oggetto di discussione

Nel corso della vita, quasi tutti gli individui, sono soggetti a malattie più o meno gravi. Possono essere definite anche patologie, e rappresentano una condizione anomala subita dall’organismo, caratterizzata da alterazioni organiche e funzionali. Che l’origine dipenda da batteri, virus, altri agenti patogeni o da condizioni mentali, molte malattie incredibili, ancora oggi non trovano risposta. Diversamente, il responso può esserci, ma non vuol dire che sia positivo.

Ciononostante, a prescindere dalla gravità o dall’origine, tendono – anche gravemente – a influenzare il benessere psico fisico. In alcuni casi, ad aggravare lo stato di salute di un paziente affetto da uno stato patologico, è la non risposta alla causa del loro male.

Ogni persona merita cure e attenzioni, giacché dalla prevenzione, alla terapia alla guarigione, il cocktail di cure è un diritto acquisito con il fine di tornare a una vita sana.

Purtroppo, per quanto si voglia definire una malattia come condizione “transitoria” (con un inizio e una fine), non è sempre possibile questo, perché la ricerca medica, seppur lungimirante e attiva, non è ancora nelle condizioni di trovare una spiegazione a molti mali o al processo che scatena alcuni di essi. Viceversa, quando capitano casi, come quelli psicologici di cui stiamo per parlare, l’unica cura è una terapia (forse) a lunga scadenza.

Malattie incredibili: fisiologico o psicologico?

Il morbo di Morgellons

Si tratta di una patologia della pelle che si riempie di tessuti fibrosi colorati e granuli neri, che provocano intenso prurito. Inserita per anni fra i disturbi psichiatrici, ultimamente è oggetto di discussione nella comunità scientifica perché per i suoi sintomi, molti studiosi non credono che si tratti di un problema psichico. Il nome morgellons proviene da una rivista medica francese del XVII secolo. E fu coniato da una donna americana che non accettò la diagnosi di alcuni medici fatta su suo figlio di due anni e mezzo. Correva l’anno 2001.

La sindrome di Ekbom

Si tratta di una grave forma d’ipocondria, che porta la persona a credere di essere attaccata da parassiti. L’osservazione clinica fu eseguita nel 1943 da Charcellay De Thours, che individuò il problema su una paziente convinta di aver ingerito ragni bevendo acqua di sorgente. Per convenzione è definita parassitosi delirante e, nei pazienti affetti, è indicata come un principio di formicolio. Però studi clinici hanno evidenziato la manifestazione principalmente in persone che abusano di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e metanfetamina, o come effetto collaterale di alcuni psicofarmaci.

La sindrome di Otello

Chi soffre di questa sindrome è convinto di essere vittima di un tradimento da parte del proprio partner. Tra i suoi sintomi ci sono pensieri ossessivi e la mania di controllo di tutto ciò che riguarda il partner. Nota anche come gelosia delirante, ossessiva o paranoia alcolica.

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La sindrome della mano aliena

Chi è affetto da questo disturbo ha una delle mani che si anima di “vita propria” e si mette a funzionare da sola. Ad esempio, vi infilate gli occhiali con la mano destra e la mano sinistra ve li toglie, di sua iniziativa, per scelta non vostra. E’ un raro disturbo neurologico che può verificarsi quando avviene una separazione chirurgica degli emisferi cerebrali eseguita in casi gravi di epilessia per alleviarne i sintomi. Fu catalogata con questo nome a seguito di un intervento del 1972, ma le origini sono da attribuire al neurologo tedesco Kurt Goldstein (1908).

La sindrome del marito in pensione

Sembra uno scherzo, ma questa sindrome esiste davvero! è caratterizzata da una serie di sintomi, come ansia e debolezza, fino a sfociare nella depressione della donna quando il marito si appresta a smettere di lavorare. Probabilmente questa sindrome è scatenata dalla paura inconscia della donna che vede l’arrivo del marito a casa, come una privazione della propria libertà. Per saperne di più.

La sindrome di Raperonzolo

La caratteristica della sindrome di Raperonzolo – meglio conosciuta come tricofagia –  è quella di mangiare i propri capelli, probabilmente a causa di problemi psicologici. Gli psicologi l’hanno soprannominata sindrome di Raperonzolo. Anche se la protagonista della favola aveva dei capelli belli e lunghi, con la caratteristica di una continua crescita, i ricercatori hanno voluto attribuirgli questo nomignolo, per via della costanza con cui un paziente mangia i capelli. Nonostante sembra incredibile, è una malattia molto diffusa. Ma soprattutto rappresenta un disturbo molto più pericoloso di quanto sembri, perché i capelli non si digeriscono e, se si annodano tra loro, possono causare un’ostruzione intestinale, molto pericolosa.

Una possibile via contro la leucemia dall’avocado

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