Serial killer donne: Il lato sinistro di “nannie”

Serial killer donne: Il lato sinistro di “nannie”

Nannie Doss, è stata una serial killer americana tra le donne più famose. Avere a che fare con un personaggio come Nancy Hazel (all’anagrafe), non è semplice. Anzi, nell’immaginario collettivo, risultò una figura poliedrica, complessa e intricata. Il suo profilo, è certamente interessante da un punto di vista psicologico, tuttavia, ci si trova di fronte a quello che può essere considerato uno dei casi più dissennati della buona etichetta. Della buona famiglia per apparenza. Dell’educazione e delle regole che la buona società impone.

Doss, detta “nannie” (nonnina) per via del suo aspetto tanto simile a quello delle nonne di una qualche pubblicità, nasce il 4 novembre del 1905 a Blue Mountain (Alabama). Probabilmente a causa della ferrea educazione ricevuta dalla famiglia d’origine, crebbe con un carattere molto forte. Ostile agli insegnamenti natali, riuscì sempre, in qualche modo a fare ciò che desiderava. L’ambiente familiare era assai chiuso. Il padre, molto severo, le proibiva qualunque cosa. Nancy non poteva truccarsi, andare dal parrucchiere. Non le era concesso neppure indossare abiti che mettevano in evidenza la sua femminilità.

Le regole, patriarcali, che includevano ovviamente qualunque tipo di emancipazione, come ad esempio, le uscite del sabato sera – cui la stessa Nancy si adoperò in gran fretta per ostentare in ogni modo – provocarono nella donna un forte disagio e una ribellione così viscerale da condurla ad un declino mentale inevitabile. Furba, glaciale e premeditativa, iniziò a osteggiare ogni condizione avversa. Infatti, trovava spesso il modo per frequentare gli amici, l’ambiente in cui si sentiva se stessa: Libera.

Nancy Doss – Serial killer donne

Serial killer donne: “nannie

1921 Charlie Braggs venne presentato da Nancy alla famiglia in qualità di fidanzato ufficiale. Fu accolto immediatamente e i due si sposano. Dall’unione nacquero quattro figli. Ciò nonostante, Nancy e il suo carattere ribelle non tardarono a sovvertire quella situazione per lei stagnante, dalla quale si sentiva oppressa! Essere madre non faceva per lei. Si sentiva “stretta” in una morsa. Intrappolata.  Così decise di uccidere due dei suoi figli, somministrando loro del veleno per topi nelle minestre. Non destò sospetti.
Inoltre, dato che Nancy non aveva particolare simpatia per la madre di Charlie, con la quale non andava proprio d’accordo, concluse che era il caso di porre fine anche all’esistenza della suocera. La stessa, morì in circostanze mai chiarite. Charlie iniziò a sospettare che dietro la morte dei figli e della madre ci fosse lo zampino della moglie. Intuì l’ambiguità con cui tutto si era svolto e chiese il divorzio. Andò via, portando con sé una delle figlie ancora in vita. L’anno seguente ritornò con una nuova compagna. Cacciò l’ex moglie di casa con entrambe le figlie. Passò del tempo e Nancy si dedicò alle letture per cuori solitari e single. Conobbe un uomo di nome Frank Harrelson che sposò poco dopo in un secondo matrimonio.

Premeditazione e follia

Il matrimonio durò per ben 16 anni e non fu mai felice. Frank si rivelò un’alcolista e questo ne comportò spesso l’arresto per via di diverse risse. Intanto Melvina, la primogenita di Nancy, mise al mondo due figli. Anche in questo caso la parte inintelligibile di Nancy, azionò un piano veramente orribile. Poco dopo la nascita del secondogenito, facendo in modo che nessuno la vedesse, infilò uno spillone nella testa del neonato uccidendolo. Nessuno, anche sta volta, sospettò niente. Solo Melvina, in un ricordo confuso, dichiarò di aver “visto, o sognato”, la madre che infilzava la testa della bambina.
Tempo dopo, Melvina lasciò suo marito e andò a vivere per qualche tempo dal padre. Un errore fatale fu quello di lasciare il figlio alla madre. Nancy, insofferente e incapace di provare qualunque sentimento materno, non volle saperne nulla. Durante l’assenza della figlia, stipulò un’assicurazione sulla vita del nipote. Lo uccise asfissiandolo. Quello stesso anno decise di uccidere anche suo marito Frank, mettendogli del veleno per topi in una bottiglia di whisky.
La morte di Frank, per quanto ovvio, non destò perplessità poiché il decesso fu attribuito ai problemi relativi all’alcol di cui lui abusava frequentemente. Considerando poi i suoi trascorsi, nessuno diede peso alla sua scomparsa. Tutto passò inosservato. Nancy continuò con la sua vita di sempre e gli anni passarono. Nel 1947 si trasferì in Carolina del Nord dove conobbe Arnie Lanning, che diventò il suo terzo marito.

Una follia senza limiti

Anche questo matrimonio non si rivelò sereno. Arnie, alcolista come Frank, iniziò a tradirla. Anche se tra loro fu una sorta di reciproco tradirsi l’uno con l’altra. L’ormai serial killer, uccise anche lui, (sempre con del veleno per topi). Però, le cose non andarono lisce come aveva premeditato. La madre e la sorella del defunto marito, la cacciarono di casa, pretendendo di diritto la proprietà di Arnie, in altre parole casa e possedimenti. Nancy, per nulla sconvolta, bruciò “semplicemente” l’abitazione, uccidendo anche la madre di Arnie e incassando i soldi dell’assicurazione. In seguito si trasferì dalla sorella Dovie, che – tanto per cambiare – morì sempre in preda a del veleno, somministratole proprio dalla stessa. Morta Dovie, Nancy poté godere dell’appartamento ereditato dalla sfortunata consanguinea.
Impunita, glaciale, fiera di sé stessa e, soprattutto truffatrice nata, continuò a vivere tranquillamente la sua vita fin quando non conobbe Richard Morton con cui si sposò nel suo quarto matrimonio. Con Richard ebbe un periodo di felicità, però scoprì che questi aveva un’amante e ciò scatenò in lei un’ira incontenibile. La dipartita dell’uomo era imminente. Intanto morì anche il padre di Nancy e questo fece sì che la madre si trasferisse da lei e Richard per non restare sola. Nancy a quel punto, uccise prima la madre e poi il marito. Ciò nondimeno, e senza attendere troppo, tramite i soliti annunci di cuori solitari conobbe Sam Doss che, dopo qualche tempo, sposò in un quinto matrimonio.
Serial killer donne, Nannie Doss (Nancy Hazel)Mugshot, October 1954

Un epilogo iniquo: l’assassina di cuori solitari

Le situazioni reiterate della vita di Nancy, in un meccanismo senza fine, la portano all’ennesima catastrofe. Anche in questo caso e, sempre inizialmente, tutto apparì tranquillo, felice. Nancy però, ben lontana dal concetto di quiete e come sua indole, iniziò ad annoiarsi. Le emozioni e la sua temporanea tranquillità vacillarono. L’altalenarsi di turbamenti sempre poco appaganti, la incanalavano in un loop mentale di insoddisfazioni e repressione. Stanca di tutto, decise di andarsene. Il marito le scrisse diverse lettere implorandola di cambiare idea e di tornare con lui. Fu un errore funesto. La donna, stanca e irritata da quella che probabilmente vedeva come una “prevaricazione”, tornò a casa – non per rimettersi insieme al marito – per fare ciò che che le riusciva meglio: uccidere. Così come aveva eliminato tutti gli “ostacoli” della sua vita.
Mise dell’arsenico in un dolce e lo portò a Sam che lo mangiò tranquillamente. L’uomo iniziò a sentirsi male poco dopo e fu ricoverato in ospedale. Riuscì miracolosamente a salvarsi. Anche in questo caso nessuno sospettò di Nancy.  La “missione di nannie” però, era incompleta e questo non le andava affatto bene. Sam doveva morire e nessuno poteva ostacolarla. Così fu. Fortunatamente, seppur magra consolazione, il medico che aveva curato Doss, iniziò a sospettare qualcosa. Non ci volle molto perché intuisse che dietro la morte dell’uomo c’era la mano di qualcuno. Questo portò all’arresto, nel 1954, di Nancy.
***
Nancy Doss confessò ogni crimine commesso. La truce “lucidità” con cui sotto minaccia della polizia, confessò ogni delitto aberrò l’America e chiunque avesse seguito il caso. L’aspetto più inquietante e, paradossalmente triste, fu che la polizia la minacciò semplicemente dicendole che se non avesse confessato le avrebbero confiscato la rivista d’incontri per single. Ciò le valse un secondo “nomignolo”: l’assassina di cuori solitari.
Confessò di aver ucciso quattro dei suoi mariti, sua madre, sua sorella, suo nipote e sua suocera. Si dichiarò colpevole il 17 maggio 1955. Lo stato dell’Oklahoma però, si concentrò solo sul caso di Samuel Doss. Nannie fu perseguita da J. Howard Edmondson , che in seguito divenne governatore dell’Oklahoma . Dopo ben 12 omicidi, fu condannata all’ergastolo. Morì nel 1965 di leucemia nel penitenziario dell’Oklahoma.