Francisco Goya: arte, follia e allucinazione

Francisco Goya: arte, follia e allucinazione

Sul finire del XVIII secolo, dopo un soggiorno a Siviglia, Francisco Goya accusa acufeni, vertigini, disturbi alla vista. Comincia così un lento isolamento che lo porta alla completa sordità e alla generazione di quelle famose pitture nere.

La mano che nutre l’incubo di Francisco Goya

Nel 1820 il pittore si trasferisce in una casa nei dintorni di Madrid, la sordità lo avvolge in una nebbia popolata da incubi e mostri. Il malessere che lo tormenta, al tempo stesso guida la sua mano ed il pennello.  Infatti esegue a olio, direttamente sull’intonaco delle pareti dello studio, scene allegoriche, soggetti inquietanti ed angoscianti resi con tinte fosche.

La tavolozza si tinge di bianchi sporchi amalgamati a neri spessi come catrame, ocre fangose, rossi e gialli violenti. Immagini che tolgono il fiato e spingono ad interrogarsi sui loro oscuri significati; opere realizzate in preda a chissà quale sentimento di angoscia. Così quella stanza diventa adagio sempre più claustrofobica e angusta, spettrale e inquietante, al punto da spaventare la stessa compagna Leocadia. La ragione di questa bufera interna è un mistero oppure l’artista, deluso dalla Spagna sempre più in difficoltà, ha deciso di raccontare il suo paese?

Un’inesauribile genio verso la fine

Francisco Goya

La più enigmatica delle pitture nere è il Perro semihundido cioè il cane interrato nella rena. Dalla superficie ocra, emerge la testa di un cane; non è certo se l’animale lotta contro la corrente oppure è sommerso dalla sabbia. Il significato è inequivocabile: la bestiola è simbolo dell’uomo, travolto dalla ineluttabilità del tempo e inghiottito dalla palude dei propri errori. Esiliato volontariamente, Goya non si rassegna alla fine, le difficoltà della vita lo piegano ma non lo hanno ancora vinto. Paralizzato sul letto, ma lucido nell’intelletto, muore consapevole di aver contribuito ad inventare la pittura moderna. Questo lo accomuna ad artisti come Maurice Utrillo che fanno della follia una fonte inesauribile d’arte. Nessuno più di Charles Baudelaire è riuscito a descriverlo perfettamente:

“Goya è sempre un artista grande e spesso spaventoso… Nessuno più di lui ha osato nel senso dell’assurdo possibile”!

Charles Baudelaire. Scritti sull’arte.

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Artista: Francisco Goya – Luogo: Museo del Prado – Data di creazione: 1819–1823 – Tecnica: olio su muro trasportato su tela