From Hell – Jack the Ripper [ 5 di 7]

From Hell – Jack the Ripper [ 5 di 7]

From Hell : da Elizabeth Stride a Catharine Eddowes.

Oltre agli omicidi di Elizabeth Stride e Catharine Eddowes, un altro fatto strano accadde quella notte. Alle 2.45 un agente di polizia passò attraverso Goulston Street e notò, gettato a terra in un androne, un pezzo di stoffa insanguinato e strappato, come si scoprì poi, proprio dal vestito di Catharine Eddowes. Evidentemente l’assassino aveva pulito mani e coltello sul pezzo di stoffa che poi aveva abbandonato.

Sul muro dove era stato trovato il pezzo di grembiule, c’era una scritta fatta col gesso che diceva: “I giudei sono uomini che non saranno accusati per nulla”. Questo messaggio sarebbe diventato un vero rompicapo sia per gli agenti dell’epoca, sia per i successivi studiosi del caso di Jack lo Squartatore: qual’era il senso di quella frase? Una presa di posizione da parte della comunità ebraica londinese che, in un primo tempo, era stata ritenuta coinvolta nei cruenti omicidi? Soprattutto, la scritta era opera dello Squartatore? Oppure si trovava lì per caso, e non aveva alcun legame con la vicenda?

From Hell: le indagini di  Charles Warren

Certo era strano che nel medesimo punto fosse stato trovato un brandello del vestito della vittima del serial killer… Inoltre, l’agente di polizia che trovò lo straccio e la scritta ricordava chiaramente che la prima volta in cui quella notte passò per Goulston Street, la scritta non c’era. Insomma, un altro punto oscuro che andava ad infittire questo caso già di per sé labirintico.

Il capo della polizia Charles Warren e il soprintendente Thomas Arnold decisero di far cancellare quella scritta con grande disappunto dell’ispettore Abberline, che riteneva si trattasse di un indizio che andava approfondito; ma Warren e Arnold temevano che la scritta potesse scatenare una violenta reazione antisemita nel quartiere e così, alla fine, fu cancellata con qualche colpo di spugna.

Central New Agency

La cartolina ” Saucy Jack”

Saucy Jack front

Tra l’altro, il 27 settembre, due giorni prima, la “Central New Agency” aveva ricevuto una lettera da qualcuno che si firmava “Jack lo Squartatore”. Era la prima volta che il soprannome, che sarebbe passato alla storia, veniva usato riguardo all’assassino. La lettera, scritta con inchiostro rosso, era datata al 25 settembre 1888 e venne poi passata a Scotland Yard soltanto il 29, lo stesso giorno del duplice omicidio.

La polizia la riteneva uno scherzo e non diede importanza al caso; la mattina del primo ottobre la “Central News Agency” ricevette un’altra cartolina, scritta sempre in rosso e dalla stessa mano che aveva scritto la lettera precedente.

Nella cartolina si faceva riferimento ai due omicidi della Stride e della Eddowes; la cosa strana, però, era che questa cartolina recava il timbro postale del primo ottobre, quindi la persona che l’aveva scritta era a conoscenza di alcuni particolari dei delitti avvenuti la notte precedente, che la stampa e la polizia non avevano ancora resi noti…era stata realmente scritta dal killer, o da qualcuno vicino agli ambienti della stampa o della polizia e che quindi disponeva di notizie non ancora divulgate? Altro mistero…

Prendimi se ci riesci signor Lusk

La lettera “From Hell” …

La polizia fece pubblicare la cartolina, col risultato che da quel momento cominciarono ad arrivare montagne di lettere con la firma di Jack lo Squartatore! La più interessante e degna di nota è sicuramente la cosiddetta “From Hell letter”; ricevuta il 16 ottobre 1888 da George Lusk, capo del Comitato di vigilanza di Whitechapel, vi era scritto: «Dall’Inferno, Mr Lusk. Sor, ti mando metà del rene che ho preso da una donna e che ho conservato per te, l’altro pezzo l’ho fritto e mangiato; era molto buono. Posso mandarti il coltello insanguinato che l’ha tirato fuori se aspetti solo un pochino. [firmato] Prendimi se ci riesci signor Lusk».

La lettera

La lettera era accompagnata da una scatoletta contenete mezzo rene umano conservato in alcol etilico! Lusk lo inviò all’ispettore Abberline che lo passò al dottor Gordon Brown per farlo esaminare; il medico concluse che non si trattava di un organo conservato in un istituto di anatomia, era stato estratto direttamente da un corpo. Effettivamente, a Catharine Eddowes era stato asportato un rene; tuttavia questa lettera, come le altre, venne considerata una beffa. Era molto improbabile che un serial killer ricercato si divertisse a inviare lettere nelle quali decantava le sue “gesta”, col rischio di venire scoperto.

West End di Londra

Frattanto, l’opinione pubblica si accaniva sempre di più verso la polizia e le istituzioni perché non riuscivano a risolvere il caso; si diceva che se l’assassino avesse agito negli eleganti quartieri del West End di Londra, le indagini sarebbero state molto più efficienti. Del resto, a chi poteva interessare della morte di povere “donnacce” appartenenti ad una classe sociale e ad un quartiere che venivano visti come un rifiuto della società civile?

L’orrore non era finito …

 I titoli dei giornali attiravano l’attenzione sui quartieri poveri della città mettendo in luce tutti quei problemi, quali la prostituzione, l’alcolismo diffuso, la disoccupazione e la cattiva manutenzione delle strade dell’East End, che fino allora erano stati ignorati.

Il Comitato di vigilanza e la polizia dotarono i propri uomini di fischietti coi quali lanciare più prontamente l’allarme e i turni di guardia furono raddoppiati. Nonostante ciò, l’orrore non era ancora finito e, proprio in quei giorni di massima allerta, Jack lo Squartatore compì il suo delitto più mostruoso.

Mary Jane Kelly

Illustrazione dell’epoca di Mary J. Kelly

Contrariamente ai precedenti quattro casi, l’ultimo delitto “ufficiale” di Jack non avvenne in strada ma in una camera da letto al n. 13 di Miller’s Court che da un lato dava su Dorset Street, una delle strade più malfamate del quartiere di Spitalfields. In quella stanza abitava la prostituta 25enne Mary Jane Kelly. Mary era nata in Irlanda e aveva sposato un minatore che morì per un incidente sul lavoro. Si trasferì poi a Cardiff da una cugina che la avviò alla prostituzione.

Nel 1884 si trasferì a Londra per lavorare in un bordello di lusso ma, innamoratasi del facchino Joseph Barnett, andò a vivere con lui nella stanza ammobiliata di Miller’s Court. La coppia non aveva i soldi per pagare l’affitto – Joseph aveva perso il lavoro – e così Mary ricominciò a prostituirsi; Joseph non poteva sopportare questa situazione e così i due si lasciarono.

La testimone

Tra le 23.45 dell’8 novembre 1888 e le tre di notte, Mary fu vista più volte da diversi testimoni: Ann Cox, vicina di casa, la vide leggermente ubriaca in compagnia di un uomo con dei baffi neri e un lungo soprabito; più tardi, Ann sentì Mary cantare a squarciagola nella sua stanza e anche altri vicini la sentirono cantare almeno fino all’una di notte. Alle due, l’operaio George Hutchinson vide Mary Jane che, in cerca di clienti, veniva accostata da un uomo che le metteva una mano sulla spalla sussurrandole qualcosa all’orecchio.

Riepilogo: la mappa degli omicidi

Secondo Hutchinson, l’uomo era ben vestito, con un cappello di feltro calato sulla fronte, un cappotto lungo e scuro e scuri erano anche la giacca e i pantaloni; aveva un colletto di lino e una cravatta nera e stivali abbottonati con ghette scure. Alto un metro e settanta, aveva la carnagione chiara e dimostrava intorno ai trentacinque anni.

FINE QUINTA PARTE

di Danilo Borri.