I tirannosauri soffrivano di infezioni ossee

I tirannosauri soffrivano di infezioni ossee

Una nuova ricerca ha individuato e poi confermato che i tirannosauri soffrivano di infezioni ossee. Per la precisione utilizzando uno scanner CT e una tecnica chiamata tomografia computerizzata a doppia energia (DECT), un team di scienziati in Germania ha identificato una malattia ossea chiamata osteomielite tumefattiva* nella mascella fossilizzata di un Tyrannosaurus rex.

Nel 2010, un paleontologo professionista ha scoperto uno dei più completi scheletri di Tyrannosaurus rex mai trovati.

Lo scheletro di 68 milioni di anni è stato poi venduto a un banchiere. Questi lo ha soprannominato ‘Tristan Otto‘ prima di prestarlo al Museum für Naturkunde di Berlino.

I tirannosauri soffrivano di infezioni ossee: lo studio ha evidenziato una osteomielite tumefattiva

Nella nuova ricerca, il Dr. Charlie Hamm del Charité University Hospital e colleghi hanno studiato una parte della mascella inferiore sinistra di Tristan Otto.

” Il DECT utilizza i raggi X a due diversi livelli di energia per fornire informazioni sulla composizione dei tessuti. E poi sui processi patologici che non sono possibili con la TAC a energia singola”; hanno precisato.

“Abbiamo ipotizzato che la DECT potrebbe potenzialmente permettere una decomposizione quantitativa non invasiva del materiale. Che si basa sugli elementi e quindi aiutare i paleontologi nella caratterizzazione di fossili unici”.

La tecnica CT ha permesso ai ricercatori di superare le difficoltà della scansione di una grande porzione della mascella inferiore di Tristan Otto, chiamata dentaria sinistra.

All’ispezione visiva e all’imaging CT, il dentario sinistro mostrava un ispessimento e una massa sulla sua superficie che si estendeva alla radice di uno dei denti.

***

La DECT ha rilevato un accumulo significativo del fluoro nella massa, un risultato associato ad aree di diminuzione della densità ossea.

La massa e l’accumulo di fluoro hanno sostenuto la diagnosi di osteomielite tumefattiva, un’infezione dell’osso.

“Mentre questo è uno studio proof-of-concept, l’imaging DECT non invasivo che fornisce informazioni strutturali e molecolari su oggetti fossili unici ha il potenziale per affrontare un bisogno insoddisfatto della paleontologia, evitando la deframmentazione o la distruzione”. Spiega il dottor Hamm.

Ceratopside chasmosaurine trovato nel New Mexico

“L’approccio DECT è promettente in altre applicazioni paleontologiche, come la determinazione dell’età e la differenziazione delle ossa reali dalle repliche”; ha aggiunto il dottor Oliver Hampe, paleontologo dei vertebrati al Museum für Naturkunde di Berlino.

Il disegno sperimentale, compreso l’uso di uno scanner CT clinico, permetterà ampie applicazioni“.

Gli scienziati, inoltre, hanno presentato i loro risultati la settimana scorsa al 2021 Annual Meeting della Radiological Society of North America.


*ovvero un’infezione ossea che può favorire lo sviluppo di masse simili a tumori.

Evoluzione: grandi cervelli dopo grandi disastri