Isola di Alcatraz, il carcere infernale

Isola di Alcatraz, il carcere infernale

Nella baia di San Francisco si erge solitaria l’isola di Alcatraz con il suo carcere federale di massima sicurezza edificato sulla paura del crimine. Questa fortezza è ancora oggi nell’immaginario collettivo il luogo per eccellenza dal quale è impossibile scappare. Dopo oltre cinquanta anni dalla chiusura, l’alone di mistero che la circonda è grande ed è considerato uno dei luoghi più infestati al mondo. Ma qual è la sua storia? E quali abissi nasconde questo posto? Possiamo comprenderli ripercorrendo le tappe delle sue vicende.

Alle origini del mito dell’isola di Alcatraz

Inizialmente in mano ai messicani, diventa statunitense nel 1846, acquistata dal governatore della California, Fremont, in nome del Governo Federale degli Stati Uniti d’America. L’11 agosto del 1934 apre, come carcere, l’isola di Alcatraz la tomba dalla quale non si esce se non per tornare sottoterra. Qui furono reclusi i più famosi criminali; su tutti spicca il nome di Al Capone, noto con il soprannome di Scarface. Tuttavia, la vastità della struttura comporta però costi elevatissimi, sia dal punto di vista gestionale, sia dal punto di vista economico. Per queste ragioni il 21 marzo 1963 Robert Kennedy ne ordina la chiusura. Nei 29 anni di apertura diversi sono i tentativi di fuga, ma il più interessante è forse quello degli internati Coy, Cretzer e Hubbard. Uccisi con raffiche di proiettili durante la famosa Battaglia di Alcatraz avvenuta tra il 2 ed il 4 maggio 1946.

Isola di Alcatraz

Fenomeni paranormali e presenze spettrali

Si racconta che i loro spiriti sono ancora lì nel corridoio dove hanno incontrato la morte. Infatti nel 1976 suoni ed urla inspiegabili sono state segnalate da un custode di sicurezza notturna provenienti dall’interno. Inoltre, quando la prigione era ancora aperta, altre guardie dissero di aver sentito cannoni fantasma e spari, accompagnati da grida. Talmente reali da mandare a terra anche i secondini più esperti, credendo che i prigionieri fossero, in qualche modo, fuggiti. Un’altra esperienza segnalata dalle guardie è l’odore di fumo che spesso proveniva da una lavanderia abbandonata, “come se qualcosa fosse in fiamme”. Un fumo nero e così denso da spingere tutti fuori dalla stanza. Ciononostante, pochi minuti dopo, tutto svaniva. Anche la cella numero 14 nel blocco D è annoverata come uno dei luoghi più inquietanti dove si annidano nell’ombra spiriti inquieti.

Il terrificante blocco del trattamento

Difatti qui si è consumato un evento incredibile, una notte un detenuto ha cominciato ad urlare, sostenendo di essere perseguitato da spaventosi occhi rossi. Le grida di paura e terrore furono ignorate e la mattina seguente, ispezionata la cella, il detenuto fu trovato misteriosamente morto. Almeno questo è ciò che si racconta. In viso aveva un’espressione terribile e notevoli lividi con impronte di mani intorno alla gola. Ad alimentare l’orrore c’è il ricordo delle guardie che raccontano ciò che è successo lo stesso giorno, allineano i carcerati per un conteggio giornaliero. In coda alla fila apparve il condannato, recentemente deceduto, e mentre tutti lo guardarono in silenzio sbalorditi, la figura spettrale scomparve. Verità o leggenda, entrando nel penitenziario più famoso del mondo, sono queste le suggestioni che lo rendono un mistero mai svelato. Tutto sull’isola è immutato, come il peso dell’aria che si respira, ed il senso di inquietudine che atterrisce chi si appresta a visitarla.

by M. D. L.