John Everett Millais

John Everett Millais

Autoritratto

John Everett Millais, al secolo Baronetto Sir John Everett Millais, (nato l’8 giugno 1829 a Southampton, Hampshire, Inghilterra – morto il 13 agosto 1896 a Londra), è stato un pittore e illustratore inglese, nonché membro fondatore del movimento artistico noto con il nome di Preraffaelliti.

All’età di 11 anni, nel 1838, Millais si recò a Londra dove entrò a far parte della Royal Academy. Nonostante la giovane età, vinse tutti i premi presenti in Accademia. Nel 1848 si unì ad altri due artisti, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti, per formare la Confraternita dei Preraffaelliti. Quest’ultima, fu fondata in opposizione alla pittura accademica contemporanea, che il gruppo riteneva fosse il risultato dell’esempio dato da Raffaello e che aveva dominato le scuole e gli Istituti fin dalla notte dei tempi.

Nell’anno successivo, il romanziere Charles Dickens guidò un violento attacco al Cristo nella casa dei suoi genitori (1850) di Millais, che molti consideravano blasfemo per la sua mancanza di idealizzazione e per la sua rappresentazione non sublimata della Sacra Famiglia, mentre la sua qualità stilizzata, quasi rituale, la associò disastrosamente alla temuta invasione della Chiesa romana e all’ascetismo “papale”.

I due preraffaelliti in giovane età
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Il periodo di massima espressione artistica di Millais si colloca negli anni Cinquanta dell’Ottocento. La tela Il ritorno della colomba all’arca (1851) fu ammirata sia dal saggista e critico inglese John Ruskin che dallo scrittore francese Théophile Gautier. Ophelia (1851-52), (in evidenza) che raffigura una scena dell’Amleto di William Shakespeare, divenne uno dei dipinti preraffaelliti più popolari.

L’Ordine di liberazione (1853), che include anche il ritratto della futura moglie Effie Gray (allora infelicemente sposata con Ruskin, di cui Millais dipinse anche il ritratto), fu elogiato da Eugène Delacroix nel 1855 ed è valso all’artista l’associazione alla Royal Academy nel 1853. Nel 1856 Millais dipinse uno dei suoi più grandi successi pubblici, La ragazza cieca, un tour de force di sentimento vittoriano e di abilità tecnica.

La ragazza cieca, olio su tela (82,6×62,2) – John Everett Millais, 1856 Galleria d’arte di Birmingham, Regno Unito.

Nel 1863 Millais divenne membro a pieno titolo dell’Accademia e a quel punto il suo stile divenne più ampio e i suoi contenuti cambiarono verso un approccio più deliberatamente popolare e meno didattico. Eseguì illustrazioni per le Parabole di George Dalziel (1864) e per l’edizione di E. Moxon delle poesie di Alfred Lord Tennyson e contribuì a Once a Week, Good Words e altri periodici. Nel 1870 apparve il primo dei suoi paesaggi puri, Chill October. Molti di questi paesaggi si riferiscono al Perthshire, dove Millais praticava la caccia e la pesca in autunno.

John Everett Millais Chill October  1870, collezione privata

A quest’ultimo periodo appartengono molti ritratti, tra cui quelli di William Ewart Gladstone, di Tennyson, di John Henry Newman e di Arthur Sullivan. Importante è sottolineare che le sue prime opere mostrano un’audacia particolare nel modo in cui le sue parabole religiose rappresentano figure sacre come persone comuni collocate in ambienti naturali ordinari.

John Everett Millais. Cristo nella casa dei suoi genitori. (La bottega del falegname) L’Enfance du Christ. 1850. Londra. Tate Gran Bretagna.

John Everett Millais

Considerato da molti un bambino prodigio, Sir. Millais trasferitosi a Londra, diede subito sfogo al suo talento precoce che poté svilupparsi in un ambiente adeguatamente fruttuoso. Tra gli 11 e i 17 anni, diventò l’allievo più giovane di sempre e, il suo primo olio esposto, il romantico e convenzionale Pizarro Sequestro dell’Inca del Perù (1846; Victoria and Albert Museum, Londra) fu, probabilmente il trampolino di lancio della sua encomiabile carriera.

Pittore e illustratore di libri divenne un ritrattista estremamente ricco e alla moda. In effetti, la sua virtuosa arte del ritratto, a volte alla pari con altri grandi del XIX secolo come John Singer Sargent e Thomas Eakins , lo aiutarono a diventare una delle prime celebrità della pittura figurativa inglese. Non da meno, fu una figura estremamente visibile nell’arte vittoriana, ciò gli valse la nomina a presidente della Royal Academy di Londra.

Il percorso preraffaellita

Dopo Rossetti e William Holman Hunt, si unì alla confraternita Edward Burne-Jones, e ancora Ford Madox Brown (1821-93) e Frederic Leighton (1830-96). Nel suo Lorenzo e Isabella (Walker Art Gallery, Liverpool), esposto l’anno successivo, mostra la minuzia dei dettagli, il colore incontaminato, il simbolismo; un dettaglio interessante è che usò come modelli per i suoi dipinti gli amici.

Cristo nella casa dei suoi genitori (1850; Tate Gallery, Londra) applica gli stessi principi a un soggetto religioso. Verso la metà degli anni Cinquanta del XIX secolo, Millais si allontanò dallo stile preraffaellita per sviluppare una nuova forma di realismo artistico.

Le opere future ebbero un enorme successo e fecero di Millais uno degli artisti più famosi del suo tempo, ma alcuni ex ammiratori, tra cui William Morris, non erano molto d’accordo con alcune decisioni prese dal pittore britannico, come, ad esempio, quella della commercializzazione dell’arte, che ritenevano una scelta svilente ( è noto che Millais permise che uno dei suoi dipinti venisse utilizzato per una pubblicità di un sapone a carattere romantico).

Diversi critici, compresi quelli dell’inizio del XX secolo, leggendo la sua arte attraverso la lente del Modernismo, consideravano la maggior parte della sua produzione successiva come scadente. Tuttavia, questa prospettiva poi cambiò negli ultimi decenni, in quanto le opere successive del pittore furono viste nel contesto di cambiamenti più ampi e di tendenze avanzate nel più vasto mondo dell’arte di fine Ottocento, e possono ora essere osservate come predittive del mondo dell’arte del presente.

Opere mature

Anche la vita personale di Millais ha giocato un ruolo significativo nella sua reputazione. Sua moglie Effie (come detto in premessa) era stata sposata con il critico John Ruskin, che aveva sostenuto i primi lavori di Sir John Everett. L’annullamento del matrimonio e le nozze, sono state talvolta collegate al suo cambiamento di stile. Nonostante allora fu considerato uno scandalo, nel tempo tutto si dissipò e la moglie, divenne una potente promotrice del suo lavoro e i due esercitarono di concerto l’attività, per ottenere commissioni ed espandere i loro circoli sociali e intellettuali.

Thomas Richmond, Ritratto di Effie Gray, 1851. Londra, National Portrait Gallery

Allontanandosi dalla sua stretta aderenza al realismo, Millais si dedica al tema della donna nella natura, espresso attraverso uno stile più decorativo. Queste tele erano viste come meditazioni sull’idea di bellezza e giovinezza e sul passare del tempo. Sebbene non incontrassero il gusto di tutti (si attirarono le critiche dell’influente critico e campione della Confraternita preraffaellita John Ruskin, ad esempio – ma c’è da chiedersi se il motivo fosse puramente professionale), si rivelarono opere di transizione significative, che videro l’influenza di Millais iniziare ad ampliarsi, avendo un impatto diretto sul movimento estetico.

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Nelle opere della sua maturità, Millais si recò in Scozia, dove realizzò una serie di importanti paesaggi. In queste opere mancava il suo precedente occhio per i dettagli; l’artista era piuttosto intento a usare la sua tavolozza per esplorare una gamma di effetti emozionali. Ciò che distingueva le opere di Millais da quelle di altri paesaggisti era la varietà dei suoi dipinti, che lo vedevano produrre immagini che spaziavano dall’alta drammaticità alla tranquilla malinconia.

Parallelamente alla pittura di paesaggio, Millais si affermò come un ritrattista di grande abilità. Da un lato, i suoi ritratti di adulti “senza fronzoli” infondono ai suoi personaggi,. (molti dei quali ricoprivano alte cariche pubbliche), un potere e una modestia. che gli permettono di essere paragonato a Rembrandt e Velazquez. Dall’altro, ha prodotto diversi ritratti di bambini molto efficaci e sentimentali che hanno visto l’artista (anche se non con l’approvazione di tutti) aprire un nuovo terreno in termini di crossover tra belle arti e riproduzione di massa.

Il volto di Elizabeth Siddal, in un bozzetto preparatorio di John Everett Millais

Ofelia

Rappresenta il quadro più iconico di Millais, e probabilmente il più famoso di tutti i primi quadri preraffaelliti;. Ofelia descrive “il momento”, il fermo immagine di una tragedia, quella dell’Amleto di Shakespeare in cui la donna, che ama il protagonista della tragedia, impazzita dal dolore dopo l’assassinio del padre, si suicida, annegando in un canale. La donna è ritratta proprio negli ultimi istanti del trapasso, dove fluttua supina nell’acqua torbida. con le braccia tese, nell’incredulità efferata che la dannerà per sempre; la sua espressione spettrale è messa in risalto dai ricchi toni naturali dell’ambiente circostante. Il dipinto dimostra l’abilità di Millais nell’applicare la pittura. con un tocco delicato che cattura la luce, le trame e i dettagli naturali con una rara precisione. Ma il dipinto di Ofelia fu un’esperienza tutt’altro che felice per il pittore. Per preparare l’ambientazione dell’opera, lavorò per undici ore al giorno sul fiume Hogsmill, vicino a Ewell, e in una lettera alla moglie di Thomas Combe si lamentò:

“Il mio martirio è più provante di tutti quelli che ho sperimentato finora. Le mosche del Surrey sono più muscolose e hanno una propensione ancora maggiore a sondare la carne umana […]  Sono minacciato di comparire davanti a un magistrato per aver sconfinato in un campo e aver distrutto il fieno [… ] rischio anche di essere trascinato dal vento nell’acqua e di provare le sensazioni di Ofelia, quando quella signora affondò nella morte fangosa, insieme alla (meno probabile) scomparsa totale, a causa della voracità delle mosche […] Certamente la pittura di un quadro in tali circostanze sarebbe per un assassino una punizione maggiore dell’impiccagione”.

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La modella del dipinto, era una giovane donna di nome Elizabeth Siddal. ed è la sua storia personale, che rende effettivamente l’Ofelia la narrazione di due eroine tragiche. Una fittizia e una reale. Per dipingerla, nell’arco di quattro mesi, la Siddal fu costretta a rimanere sdraiata in una vasca d’acqua calda per ore e ore. Durante una seduta, il riscaldamento sotto la vasca si guastò e la  donna, ebbe una forte febbre. Il padre si arrabbiò a tal punto, (per i trattamenti subiti da sua figlia) che minacciò Millais. di intraprendere un’azione legale se non avesse accettato di coprire le spese mediche di Elizabeth (cosa che fece). Tuttavia, la ragazza, non accettò mai più di posare per lui.

Ma la sua presenza in questo dipinto è resa davvero toccante quando si viene a conoscenza. della sua relazione con un terzo protagonista: il collega di Millais, Dante Gabriel Rossetti. Elizabeth era stata la musa di Rossetti per diversi anni prima che la coppia si sposasse nel 1860. Tuttavia, la loro relazione si inasprì a causa delle continue scappatelle di Rossetti e dei continui attacchi di malinconia e di salute della povera Siddal. Già dipendente dall’oppio, soffrì di depressione post-partum, dopo la nascita della figlia nel 1862, e morì alcuni giorni dopo per un mix di overdose di laudano e alcol. Non è noto se l’overdose sia stata accidentale o intenzionale.

L’opera

Nella sua fedeltà alla natura, Millais, rappresenta la fanciulla circondata da fiori, molti dei quali con significati ben precisi che richiamano alla stessa storia di Shakespeare collegati alla madre di Amleto, Gertrude, unica testimone della tragedia. Salice ed ortica, rappresentano amore, dolore. Le margherite sono l’innocenza . Sul pelo dell’acqua, tra le pieghe del vestito ci sono le viole del pensiero, simbolo del “pensare” e dell’amore “vano”. Infine, il papavero aggiunto dal pittore, tra le margherite, ricordano il dono fatto da Amleto ad Ofelia, quando le aveva dichiarato che il suo viaggio si sarebbe concluso con la morte.


Sir John Everett Millais, Ophelia, 1851-52, oil on canvas, 762 x 1118 mm (Tate Britain, London)

 

Per saperne di più

Elizabeth Siddal: ossessione di amore e morte